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23 Nov

Di Salvatore Sassano

Batterie di ragazzi suddivisi per quartiere assaltavano la crucicchia,la cava,il boschetto alla ricerca di frasche,frasconi,cipponi e strippune per l’allestimento della propria fanoia.Epiche battaglie con i proprietari di appezzamenti che si vedevano“rubare” la legna(rami secchi)accuratamente composta sotto gli alberi.Eravamo dei piccoli marines,organizzatissimi e quasi sempre portavamo il “bottino” a casa!I meno temerari giravano casa per casa con risultati scarsi:cassette di legno,qualche frasca e null’altro.Nel pomeriggio cominciava la costruzione della fanoia.Non era una gara,non c’erano premi era uno dei momenti più attesi dell’anno e basta.Alle prime luci della sera il paese si accendeva di allegria,di suoni e di canti.Ogni quartiere,ogni strada aveva la fanoia più bella,più grande…. più calda.Un rito.Incantava quel fuoco,qualcosa di mistico,lo vegliavamo fino a notte inoltrata,fino all’ultima patana inte la sciniscia!Poi quel fuoco si spense!Si riaccese in altri modi ma non fu più la stessa cosa!

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