Come ogni vigilia che si rispetti, abbiamo sentito dire anche questa volta:” Speriamo che l’anno che verrà, sarà migliore di quello passato.”
Tuttavia, non avremmo mai pensato che una pandemia istante per istante, attimo dopo attimo, secondo dopo secondo, sarebbe riuscita così velocemente a nutrirsi di noi:
dei nostri affetti, delle nostre certezze, dei nostri pensieri.
Una cicatrice sullo stomaco che ci terremo per tutta la vita.
Dunque, crediamo che l’augurio migliore che possiamo farvi è sperare che quest’anno sia quantomeno simile a quello degli anni passati, precedenti al 2020.”
Se volessimo fare un resoconto di questo anno con una sola parola, “dramma” sarebbe sicuramente il titolo più azzeccato.
Se invece volessimo parlare di noi, credo che il termine “Consapevolezza” sia quello più consono.
Consapevolezza di quanto sia importante un abbraccio, consapevolezza di quanto non sia scontato il bene da dimostrare alle persone vicine, ma soprattutto consapevolezza di quanto sia importante la ricerca e la sanità.
Nel nostro dizionario abbiamo aggiunto alcune parole misteriose, mai sentite prima o ascoltate saltuariamente senza averci mai dato peso:
tampone, quarantena, lockdown, bollettino.
Siamo passati dal contare quante volte abbiamo rivisto la lite Sanremese fra Bugo e Morgan, al contare tristemente quante vittime ha falciato questo virus.
Siamo passati dell’esporre fieramente la bandiera italiani sui balconi, a volerla cancellare perché “eh ma in Germania sono più bravi di noi”.
Ci lamentavamo della gente che discuteva di trash, di calcio, di argomenti subdoli, e oggi capiamo invece che pagheremmo oro pur di tornare a parlare di tutto questo, anziché sentire dibattiti fra novax e provax.
Ridevamo dei sostenitori del terrapiattismo, e oggi tristemente abbiamo visto come quanti credano alla teoria del complotto.
Siamo passati dal criticare un calciatore che sbagliava una prestazione, al criticare scienziati e virologi di fama internazionale.
Speriamo di tornare al più presto alla normalità, così il tifoso riprenderà a parlare di partite al bar, invece che di scienza su Facebook.
Non possiamo che ricordare la lotta intramontabile di Rocco Augelli, e di quanto questa vicinanza ci abbia fatto sentire davvero una comunità.
Non possiamo che ricordare gli occhi di chi si è spento, dopo aver lottato contro un virus subdolo ed infame.
Non possiamo che ricordare che la normalità, la banalità, la quotidianità, siano la cosa più importante, forse, di questo mondo pieno di contraddizioni, ma anche pieno d’amore.
Buon 2021 dal portale Sangiovannirotondofree