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18 Apr

Fake news o “cattivi lettori”?

10 Dicembre 2017
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di Leonardo Fania

La genialità di Internet ha salvato l’uomo. Si può dire che la nostra stessa vita passi attraverso questo strumento immateriale che, in maniera prepotente, è entrato nella nostra quotidianità sconvolgendola in positivo che in negativo.
E’ difficile stilare una classifica delle rivoluzioni che hanno cambiato la vita dell’uomo dato che ognuna di esse, in qualche maniera, sembra completare e definire un’invenzione precedente.
La scrittura, la ruota, la stampa, l’elettricità, sono tutti elementi del quotidiano ma per ottenerli ne sono passati di anni, di secoli!
E’ scontato ribadire che l’avvento dei social network sia la grande rivoluzione in divenire del nostro tempo. All’inizio sembravano il solito trastullo da nerd e, invece, avvicinarli sempre di più al vivere di tutti i giorni delle persone “normali” ha invertito la capacità di azione del mezzo: è il social network che detta, o impone a seconda dei casi, una moda, una parola, un modo di fare.

E’ da questa logica che nasce il problema delle fake news: notizie false, inventate, che spostano gli equilibri da una posizione ad un’altra.
Le fake news sono entrate a gamba tesa nei dibattiti politici e quotidiani, basti pensare a quanto hanno dichiarato Matteo Renzi e Joe Biden, e, a dire di qualcuno, hanno influenzato processi democratici di intere nazioni.
Da qui la domanda: un’elezione, un discorso, una decisione può essere influenzata dalle fake news, ergo di chi le pensa e scrive per imporre un cambiamento, o siamo noi che abbiamo abbandonato la nostra vita nelle mani della tecnologia?
Precisiamo: il problema delle fake news è grave, guai a minimizzarlo.

Umberto Eco, prima ancora di partorire la celeberrima massima che denuncia il “diritto di parola che internet ha dato a legioni di stupidi”, in una lettera stupenda a suo nipote su l’Espresso, sottolineava la necessità di allenare la memoria, per aprire la mente alla fantasia e a un mondo nuovo.
I creatori delle fake news, probabilmente dopo aver letto Eco, hanno capito che la mente dell’uomo è talmente ingolfata di informazioni inutili, acquisite dal vangelo secondo internet, che fanno a gara a chi la spara più grossa, consapevoli di essere creduti.
Sanno che siamo “cattivi lettori”, pigri a ricercare il contraddittorio, pronti a ricercare una risposta con l’aiuto di connessioni super veloci che mettono ai primi posti quello che più piace.
Il rimedio alle fake news esiste ed è a portata di mano: si chiama lettura. Può sembrare un contro senso. Le fake news si leggono, è vero. Ma l’arma per sconfiggerle, per renderle meno efficaci, è la stessa con cui si propagano.
Leggere, per riprendere la lettera che Umberto Eco ha indirizzato al nipote, “è come vivere mille vite”, è conoscere, viaggiare, sognare. E’ scrivere una sinfonia sul pentagramma della vita, dove non c’è fake news che tenga.

Per questo, a Natale, regaliamoci tempo per leggere. Cominciamo, magari, da queste frasi di Umberto Eco. Sono un inno alla lettura, vanno assimilate per capire che il vero problema delle notizie false siamo noi con i nostri modi di fare.

“Verrà il giorno in cui sarai anziano e ti sentirai come se avessi vissuto mille vite, perché sarà come se tu fossi stato presente alla battaglia di Waterloo, avessi assistito all’assassinio di Giulio Cesare e fossi a poca distanza dal luogo in cui Bertoldo il Nero, mescolando sostanze in un mortaio per trovare il modo di fabbricare l’oro, ha scoperto per sbaglio la polvere da sparo, ed è saltato in aria (e ben gli stava). Altri tuoi amici, che non avranno coltivato la loro memoria, avranno vissuto invece una sola vita, la loro, che dovrebbe essere stata assai malinconica e povera di grandi emozioni”. La lettera di Umberto Eco a suo nipote è consultabile a questo link: http://espresso.repubblica.it/visioni/2014/01/03/news/umberto-eco-caro-nipote-studia-a-memoria-1.147715

Ecco alcuni consigli per riconoscere le bufale online:

 

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