Articolo di Matteo Pio Placentino
Con questo secondo articolo, proseguiamo il percorso che ci porta a capire l’importanza di mettere in pratica la raccolta differenziata.
Dopo aver parlato dei tre valori che ci portano a differenziare ( egoistico, altruistico e biosferico), con questo seconda parte della rubrica prenderemo in considerazione i comportamenti derivanti da questi valori, in particolare parleremo dei fattori personali che ci spingono a differenziare.
Gran parte della ricerca in psicologia, in questo caso della psicologia ambientale, si è focalizzata sui comportamenti pro-ambientali, ossia quei comportamenti che le persone mettono in atto in favore dell’ambiente, ovvero per la salvaguardia ambientale.
Un ruolo fondamentale per la messa in pratica della raccolta differenziata è giocato dai fattori personali ed i fattori sociali.
I fattori personali sono importanti per poter spiegare la complessità e le differenze
individuali. Queste differenze sono utili anche per poter spiegare l’impatto sulla cura
dell’ambiente oltre che a spiegare come le persone rispondono alle problematiche ambientali.
I fattori personali includono:
• L’esperienza infantile, ossia più si è fatta esperienza di comportamenti a favore dell’ambiente, più si è parlato in famiglia di ambiente più sarà facile che da grandi si dia molta importanza alla raccolta differenziata; questo sottolinea con chiarezza che una maggiore informazione comporta una maggiore consapevolezza del problema, questa con sicurezza influenza in maniera positiva il comportamento finale, in questo caso il comportamento ambientale.
• la conoscenza e l’educazione in quanto è altamente improbabile che qualcuno si preoccupi per l’ambiente o metta in atto comportamenti a favore dell’ambiente se non conosce il problema o ignora che si possono mettere in atto delle possibili azioni positive.
• Personalità: una preoccupazione più forte nei confronti dell’ambiente era legata non
solo ad una più presente apertura all’esperienza, ma anche ad una maggiore
gradevolezza rappresentata da una tendenza ad essere compassionevole e cooperativo, inoltre, un’alta preoccupazione ambientale era anche correlata ad una stabilità emotiva ovvero la tendenza a provare meno emozioni spiacevoli quali la rabbia, l’ansia, la depressione.
• Senso di responsabilità: come ci si potrebbe aspettare, sentirsi responsabile è un aspetto importante per quanto riguarda il tema della preoccupazione verso l’ambiente, in quanto il senso di responsabilità deriva soprattutto dal senso di colpa.
• Attaccamento al luogo: gli individui che hanno un forte attaccamento ad un luogo, hanno una
motivazione in più per proteggerlo e conservarlo, in quanto con il passare del tempo
l’investimento psicologico in un dato luogo può portare allo sviluppo di una vera e
propria identità di luogo, si presuppone allora che tanto maggiore è l’attaccamento
sviluppato da una persona nei confronti di un certo luogo, tanto maggiore sarà la
probabilità che questa si impegni nel difenderne l’integrità, difendendo
in questo modo anche la propria identità.
• Età: la capacità di mettere in atto comportamenti a favore dell’ambiente va aumentando tra l’infanzia e l’età dell’adolescenza, molto probabilmente questo avviene come risultato della crescente capacità cognitiva.
• Genere: alcuni studi sottolineano che le donne tendono ad avere atteggiamenti e comportamenti pro-ambientali più forti rispetto agli uomini. È importante sottolineare comunque che è vero che le donne sono più preoccupate per la situazione ambientale, ma sono anche meno informate (a livello sia generale che specifico) rispetto agli uomini su questa tematica.
• Hobby e passatempo: la preoccupazione ambientale è inoltre associata alla scelta di attività personali. I soggetti che si impegnano in attività ricreative all’aperto tendono ad essere più preoccupate per l’ambiente, ma questo varia a seconda del tipo di attività, ad esempio chi preferisce le attività all’aperto come la caccia o la pesca tende ad essere meno preoccupato rispetto a chi si impegna in attività quali l’escursionismo o la fotografia. Inoltre, chi legge i quotidiani è più preoccupato per la salute dell’ambiente, rispetto a coloro che guardano più televisione, che risultano essere meno preoccupati e meno disposti a fare dei sacrifici per la salvaguardia ambientale.