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26 Apr

70 anni fa l’inizio dei lavori della Casa Sollievo della Sofferenza

20 Maggio 2017
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Iniziarono in 20 a sbancare la montagna per costruire la strada di accesso al cantiere

70 anni fa l’inizio dei lavori della Casa Sollievo della Sofferenza
Lunedì 19 maggio del 1947, una ventina di operai iniziava lo sbancamento della montagna per la costruzione della strada di accesso al cantiere della Casa Sollievo della Sofferenza. La prima pietra del costruendo ospedale era stata posata tre giorni prima, dopo essere stata benedetta da Padre Pio. La cerimonia si era svolta in modo semplice all’ingresso del Convento alla presenza dei frati e di quei primi operai, tutti regolarmente assunti e assicurati contro le malattie e gli infortuni. La sera stessa la prima pietra fu posata lì dove era previsto sarebbe sorta la “clinica”. La direzione dei lavori fu affidata a don Peppino Orlando, compaesano e amico di vecchia data del cappuccino stimmatizzato, uno dei più attivi del Comitato dell’erigendo ospedale di San Giovanni Rotondo.

In cassa vi erano appena quattro milioni e non vi era alcun progetto del futuro ospedale. Nonostante questo Padre Pio aveva voluto che partissero i lavori. Ve ne era a sufficienza per affibbiare a quei pionieri dell’Opera l’appellativo di “pazzi megalomani”.

Il terreno prescelto era deserto ed inospitale, attraversato dalle greggi di pecore e di capre alla ricerca dei ciuffi d’erba che crescevano tra le rocce. Il silenzio millenario che avvolgeva quella contrada venne così rotto dal fermento di quella insolita attività dei “cavamonti” e dalle esplosioni dei candelotti di dinamite. Il luogo distava due chilometri dal paese ed era inoltre privo di acqua e di infrastrutture logistiche, il che rendeva ancora più difficile il lavoro degli operai.

La fiducia nell’aiuto della Provvidenza venne presto ripagata. Di lì a pochi giorni Barbara Ward, una nota giornalista inglese del periodico The Economist, era a San Giovanni Rotondo per chiedere a Padre Pio di pregare per la conversione al cattolicesimo del suo fidanzato, il comandante Robert Jackson, consigliere della United Nations Relief and Rehabilitation Administration (UNRRA), l’organizzazione delle Nazioni Unite istituita nel 1943 per assistere economicamente e civilmente i Paesi usciti danneggiati dalla Seconda Guerra Mondiale. L’organizzazione traeva i suoi fondi da contributi di Stati che non avevano subìto devastazioni e che quindi potevano versare denaro per la ricostruzione postbellica.

barbara ward
Barbara Ward e il comandante Jackson

Dopo aver incontrato Padre Pio, Miss Ward restò incuriosita e interessata da quel progetto di un ospedale a San Giovanni Rotondo e in seguito – quando venne a sapere della conversione del fidanzato – fece pressione sul futuro marito perché venisse riconosciuto un contributo dell’UNRRA a favore dalla erigenda Casa Sollievo della Sofferenza. L’idea della donazione fu sostenuta come omaggio in memoria del sindaco di New York Fiorello La Guardia, originario della provincia di Foggia.

Mentre fuori del Convento era tutto un fervore di lavori, Padre Pio continuava la sua impegnativa missione sacerdotale in modo “miracoloso, perché – annota il suo direttore spirituale padre Agostino da San Marco in Lamis nel suo Diario – mangia pochissimo e riposa appena”.

Con l’inizio dei lavori della Casa Sollievo della Sofferenza nascevano anche i primi Gruppi di Preghiera. Su esplicito invito di Padre Pio, che aveva raccolto il desiderio di Papa Pio XII di vedere “falangi di uomini e di giovani” che almeno una volta al mese si riuniscono in preghiera e “ricevano il pane di vita e inducano altri a seguire il loro esempio”, gruppi di fedeli di ogni parte d’Italia e del mondo spontaneamente cominciarono a incontrarsi mensilmente sotto la guida di un sacerdote. Le loro riunioni erano inoltre un modo per sentirsi legati al padre Fondatore e di pregare secondo le intenzioni del Papa.

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