Venerdì 20 settembre 1918. Mancano pochi giorni alla fine della Grande Guerra, il convento di San Giovanni Rotondo è praticamente vuoto a causa della chiamata alle armi dei frati, e Padre Pio si trova solo nel coro della chiesetta antica di San Giovanni Rotondo. Il Padre Guardiano è a San Marco in Lamis per la predicazione in vista della festa di San Matteo e fra Nicola, monaco cercatore, è in giro per la carità.
Questa la descrizione del fenomeno: «Era la mattina del 20 dello scorso mese in coro, dopo la celebrazione della santa messa, allorché venni sorpreso dal riposo, simile ad un dolce sonno. Tutti i sensi interni ed esterni, non che le stesse facoltà dell’anima si trovarono in una quiete indescrivibile. In tutto questo vi fu totale silenzio intorno a me e dentro di me; vi subentrò subito una gran pace ed abbandono alla completa privazione del tutto e una posa nella stessa rovina. Tutto questo avvenne in un baleno». ... «E mentre tutto questo si andava operando, mi vidi dinanzi un misterioso personaggio, simile a quello visto la sera del 5 agosto, che differenziava in questo solamente che aveva le mani ed i piedi ed il costato che grondava sangue». …«La sua vista mi atterrisce; ciò che sentivo in quell’istante in me non saprei dirvelo. Mi sentivo morire e sarei morto se il Signore non fosse intervenuto a sostenere il cuore, il quale me lo sentivo sbalzare dal petto».
L’informatore prosegue a descrivere gli effetti della dolorosa visione: «La vista del personaggio si ritira ed io mi avvidi che mani, piedi e costato erano traforati e grondavano sangue. Immaginate lo strazio che esperimentai allora».
Poco dopo il fatto, richiesto dal compaesano don Giuseppe Orlando, lo stimmatizzato narrò: «Ero nel coro a farmi il ringraziamento della messa e mi sentii pian piano elevarmi ad una soavità sempre crescente che mi faceva godere nel pregare, anzi più pregavo e più questo godimento aumentava. Ad un tratto una grande luce colpì i miei occhi ed in mezzo a tanta luce mi apparve il Cristo piagato. Nulla mi disse, scomparve. Quando mi rinvenni, mi trovai a terra piagato. Le mani, i piedi, il cuore sanguinavano e doloravano da farmi perdere ogni forza per alzarmi. Carponi mi trascinai dal coro alla cella, attraversando tutto il lungo corridoio. I padri erano tutti fuori del convento, mi misi a letto e pregai per rivedere Gesù, ma poi rientrai in me stesso, rimirai le piaghe e piansi, sciogliendo inni di ringraziamento e di preghiere».