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22 Nov

Foggia, che ti succede? Difesa colabrodo e mercato da rivedere.

Dopo il rocambolesco pareggio del “Manuzzi” di Cesena di sabato scorso, lo 0-3 patito allo Zaccheria contro il Parma di D’Aversa induce a molte riflessioni sulla situazione attuale del Foggia.

Al di la della partita secca, contro una formazione, quella ducale, che darebbe filo da torcere anche a molte formazioni di Serie A, la gara di ieri non ha fatto altro che rendere ancora più evidente il problema fondamentale che ha reso la compagine rossonera un autentico colabrodo: una rosa non all’altezza, frutto di un mercato che ad oggi, possiamo dirlo, è fallimentare.

Non è la rabbia del tifoso deluso che fa parlare, ma l’analisi oggettiva di alcuni dati di queste prime 11 giornate, che relegano i satanelli al penultimo posto di una seppur “cortissima” classifica. Per prima cosa si tende a scendere in campo tendenzialmente per 8-9/11 con uomini già presenti lo scorso anno, e i due, tre uomini arrivati durante la sessione estiva di mercato schierati più spesso sono Beretta, relegato sulla fascia sinistra; Fedele che, non ce ne vogliate, oltre a sembrare spesso la brutta copia di Quinto, con Agazzi o Agnelli arruolabili non vedrebbe mai il campo; Camporese, che probabilmente se non ci fosse stato il naufragio di Pescara della prima giornata non sarebbe mai arrivato.

Lo stesso Camporese sembra essere spesso l’unico baluardo di una difesa che, per usare un eufemismo, è l’emblema dell’improvvisazione. Gerbo è un grande centrocampista adattato a terzino, Coletti è un regista adattato a centrale difensivo, Loiacono è un difensore centrale adattato a terzino, sinistro tra l’altro. Con Celli che finora ha visto il campo solo dai seggiolini della panchina. Per il resto i vari Fedato, Nicastro e Calderini non hanno dato l’idea di poter spostare gli equilibri in una squadra che soffre più che mai i momenti topici della partita. Cosa che anche Stroppa sa bene e che a bassa voce ha dichiarato nel dopopartita di Cesena.

Troppo facile addossare all’allenatore colpe che non sono sue. Il Foggia quando è in palla esprime un calcio bello da vedersi e spesso anche efficacie. Lo testimoniano i 17 gol realizzati sino a questo momento, che lo collocano ai primi posti di questa particolare classifica. Stesso discorso vale per i singoli giocatori che, a dispetto delle facili critiche dei soliti “leoni da tastiera”, cercano sempre di dare il massimo quando sono chiamati in causa. Ma purtroppo, scomodando un certo Alber Einstein, “non si può giudicare un pesce dalla sua abilità ad arrampicarsi sugli alberi”.

Se si vuole conservare la categoria, tanto sudata e tanto sospirata, e soprattutto non si vuole mortificare un progetto societario e tecnico che tanto bene ha fatto dalla sua nascita, bisogna intervenire sul mercato e in fretta. Senza colpi di testa e spese folli. Ma ora, e Di Bari e il suo entourage siamo certi lo sappiano bene, è arrivato il momento di prendere i “famosi” 3-4 giocatori di categoria che possano permettere al Mister ed agli altri componenti della rosa di ritrovare la fiducia smarrita.

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