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22 Nov

Proclamato Venerabile Don Felice Canelli

Il 22 maggio 2021, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in udienza Sua Eminenza il Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Durante l’Udienza, il Sommo Pontefice ha autorizzato la medesima Congregazione a promulgare il Decreto riguardante le virtù eroiche del Servo di Dio Felice Canelli (1880-1977), Sacerdote della Diocesi di San Severo (Foggia-Italia).

L’Inchiesta Diocesana fu celebrata presso la Curia di San Severo (Foggia) dal 25 marzo 2009 al 30 novembre 2013. Preparata la Positio, sotto la guida del Relatore padre Zdzisław Józef Kijas, si è discusso, secondo la consueta procedura, se il Servo di Dio abbia esercitato in grado eroico le virtù. Con esito positivo, si è tenuto il 29 settembre 2020 il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi e il 4 maggio 2021 la Sessione Ordinaria dei Cardinali e Vescovi. La Causa di Beatificazione e Canonizzazione, promossa dalla Diocesi di San Severo e dalla parrocchia di Croce Santa, è seguita dalla Postulazione salesiana nelle persone di don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale, di suor Francesca Caggiano, Figlia di Maria Ausiliatrice, Vice-Postulatrice e della Dott.ssa Lodovica Maria Zanet, collaboratrice.

Don Felice Canelli nacque a San Severo (Fg), il 14 ottobre 1880 da Gabriele e da Teresa Marchitto; il 17 ottobre ricevette il Santo Battesimo e la Cresima nella Parrocchia Cattedrale. All’età di 6 anni rimase orfano di padre. Aveva 8 anni quando ricevette per la prima volta la Santa Eucaristia; a 12 anni, nell’ottobre 1892 entrò in Seminario. Ricevette l’Ordinazione Sacerdotale da Mons. Bonaventura Gargiulo, il 6 giugno 1903. L’instancabile attività apostolica lo vide animatore di vita cristiana in ogni campo di apostolato. Nell’opera pastorale privilegiò la gioventù bisognosa, sia materialmente che spiritualmente. Don Felice fu sempre attento anche alla vita sociale: fu lui ad invitare don Romolo Murri e don Luigi Sturzo a tenere delle conferenze ai giovani e al popolo. Anticipando le istanze del Concilio Vaticano II, valorizzò l’apostolato dei laici per permeare di valori cristiani la società. Don Felice morì il 23 novembre 1977.

«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!» Il desiderio di Gesù di accendere in tutti i campi della vita umana il fuoco della carità tratteggia bene la fisionomia spirituale del nuovo Venerabile don Felice Canelli. Questi, sotto la bandiera della Rerum novarum, pietra miliare nella dottrina sociale della Chiesa, e con il motto Da mihi animas, coetera tolle e il binomio educativo salesiano “buoni cristiani ed onesti cittadini”, da vero figlio “esterno” di san Giovanni Bosco, visse il suo lungo e intenso ministero sacerdotale con instancabile carità pastorale. Egli si fece «tutto per tutti» (1Cor 9,22) per conquistare le anime al Signore e renderle testimoni incandescenti di fede autentica e coerente nel quotidiano tramite le opere di misericordia arginando con esse le ideologie socialiste, comuniste e il proselitismo protestante che, facendo leva sull’indifferenza della Chiesa alle questioni sociali, allontanavano il popolo dalla fede.

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