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26 Apr

Sta bene la neonata ucraina nata con un parto d’urgenza in Casa Sollievo della Sofferenza.

La piccola Nicol e la sua mamma Oksana ce l’hanno finalmente fatta. La prima è venuta al mondo oggi in Casa Sollievo della Sofferenza, precisamente alle 13.45 (….), con un parto cesareo effettuato nell’Unità di Ostetricia e Ginecologia. Sta bene anche se è prematura. È nata alla 36esima settimana, pesa 3 kg e starà in osservazione in Terapia Intensiva Neonatale per qualche giorno a scopo precauzionale. I medici sono ottimisti.

Loro due, mamma e figlia, assieme al piccolo Luca di 3 anni e alla nonna, sono scappati dall’Ucraina subito dopo l’inizio della guerra. Vivevano a Kiev, assieme a papà Andrey. Era una vita tranquilla la loro.  Lui avvocato, lei lavorava nella società elettrica del suo paese. Finché dal cielo non sono iniziate a piovere bombe sulle case, sugli edifici, sulla gente.

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La piccola Nicol, avvolta nei colori della bandiera ucraina, riceve le prime coccole da mamma Oksana

La proposta

Poi ad Andrey arriva una chiamata da Biccari, un piccolo ma accogliente paesino della provincia di Foggia. «Come stai? E Oksana? C’è la guerra in Ucraina, e tua moglie è quasi vicina al parto, perché non venite qui in Italia, sul Sub Appenino Dauno? Vi daremo una mano».

Andrey era già stato a Biccari. Assieme ad altri bambini ucraini, quando aveva 7 anni, aveva iniziato a partecipare a dei soggiorni estivi organizzati periodicamente da un’associazione abruzzese, “I Bambini visti dalla luna”, che per anni si è occupata di assistere e accogliere i bambini che vivevano nei dintorni della centrale nucleare di Chernobyl.

Quei soggiorni estivi si sono trasformati nel tempo in una bella amicizia con i ragazzi del paese. Oggi sono tutti adulti, e nel tempo hanno continuato ad alimentare questa loro amicizia a distanza, fino alla proposta di pochi giorni fa.

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Il viaggio

Oksana e la sua famiglia si sono subito messi in viaggio. Un percorso estenuante fatto di check-in, verifiche, ispezioni, code, attese. 

Da kiev, dopo 17 ore di auto, hanno raggiunto Luc’k, nell’Ucraina nord occidentale, al confine con la Polonia. Poi almeno altre 10 ore di auto per raggiungere Varsavia e salire a bordo del primo aereo disponibile per Roma.

Ad attenderli, all’aeroporto, c’erano gli amici di Biccari che assieme all’amministrazione comunale avevano già predisposto l’accoglienza della famiglia. Staranno al sicuro.

Al fronte

Andrey è rimasto in Ucraina, invece. Le sue battaglie adesso non si svolgono più nei tribunali, ma collabora con i gruppi di volontari per assistere le famiglie e i rifugiati. Nel frattempo sta imparando a combattere e presto sarà chiamato al fronte, con la divisa dell’esercito ucraino.

«Starò qui a Luc’k con l’esercito tutto il tempo che serve – ci ha detto Andrey al telefono –, questa è la mia terra, questa è la mia gente, dobbiamo difenderla. Grazie all’Italia, alla comunità di Biccari, agli amici Anna, Michele e Peppino. Grazie al loro invito la mia famiglia è al sicuro. Grazie anche all’Ospedale, ai medici, alle ostetriche, al personale di sala operatoria, grazie a tutti. Non smetterò mai di ringraziarli. Non vedo l’ora di vedere la piccola Nicol, e di riportarla qui, assieme a tutta la mia famiglia. Sarà possibile solo quando smetteranno di cadere le bombe e ci sarà la pace. Speriamo presto. Io non ho paura».

Al sicuro

Oksana è al sicuro in Ostetricia. La piccola Nicol, un simbolo di speranza, di pace, di rinascita, è al sicuro in Terapia Intensiva Neonatale. A loro ci penserà l’Ospedale.

Anche il piccolo Luca è al sicuro, assieme alla nonna, grazie all’affetto della Comunità di Biccari.

All’appello manca solo Andrey, al fronte come tutti gli uomini impegnati in guerra. Lui, e tutti coloro che sono costretti a combattere, li affidiamo con le nostre preghiere a San Pio da Pietrelcina, affinché questa guerra fratricida finisca al più presto.

Fonte Opera padre pio

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