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19 Mar

La parola erede secondo una visione psicoanalitica di Lio Fiorentino

Ma che significa la parola erede? Ogni tanto me lo chiedo e subito mi riallaccio alla radice del termine:dal latino heres,dal greco cheros cioè orfano,spoglio,deserto. L’erede è come un orfano,gli manca qualcosa,qualcuno,e’essenziale quindi il concetto di mancanza,di assenza,per sentirsi davvero erede. Il vero erede,pertanto,ha subito un taglio e applica un taglio al passato,una separazione,dovuta a una perdita,perciò orfano.

Ereditare non vuol dire scimmiottare pedissequamente quel che diceva il padre e perciò rassicurarsi come un bambino ma vuol dire essere in grado di fare dei passi in avanti da solo/a, attraverso una soggettivazione del futuro. Ereditare sta per promuovere il passato attraverso i propri occhi per conquistare la propria libertà non come “godimento narcisistico”come afferma M.Recalcati ma come conquista della libertà mai svincolata al concetto di responsabilità,presente da Nietzsche e passando da Heidegger fino a Sartre. L’uomo del 21•_ secolo tuttavia ha dimenticato ciò ,contagiato dall’iperedonismo e da un concetto di libertà scevro dalla responsabilità di poter essere Dio.

Ma ci può essere un mondo senza Dio?si chiedeva Nietzsche e ci chiediamo noi….questo per me è il vero pericolo del capitalismo”che promette salvezza attraverso l’idolatria degli oggetti”(Recalcati), dimenticando così l’etica Nicciana,che ci richiama ad un mondo che necessità degli dei o di Dio,necessita di metafisica,per abbandonare il suo delirio di onnipotenza,nell’Arte come nella Scienza e/o nella Religione. Mi preoccupano gli uomini capricciosi..

. Dr Lio Fiorentino,psicologo consultorio familiare asl fg e Psicoterapeuta libero professionista

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