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26 Apr

C’era una volta l’Udinese di Guidolin

di Antonio Cascavilla

È il 2021. Il calcio italiano ha visto tante stelle di una certa leva calcistica. Nella nostra bella penisola sono arrivati volti nuovi come Ronaldo, i nerazzurri Lukaku e Lautaro, il cigno Dzeko e il ritorno di Ibra in maglia numero undici. Facciamo un salto indietro. Proviamo a raccontare alle nuove generazioni cos’era la serie A e chi erano i pupilli che hanno fatto sognare generazioni di ragazzi rovinando i rapporti per via del maledetto Fantacalcio.

Era il 2010. Il presidente Giampaolo Pozzo presentava Francesco Guidolin sulla panchina dell’Udinese. Il campionato era dominato dal Milan di Allegri, seguivano in classifica L’Inter allenata prima da Benitez e poi da Leonardo. Il Napoli stupiva con Cavani, il Palermo era una squadra da Europa e la Sampdoria retrocesse in serie B. La visione di gioco del tecnico è chiara: giocare per andare avanti, per provare a salvare l’Udinese. Ma quell’anno accadde qualcosa di più grande. Il modulo di Guidolin era unico: 3-5-2 fisso per tutte le partite con i cambi mirati. Bisognava dare una scossa al nuovo sistema di gioco. In estate, la dirigenza dell’Udinese, cede in prestito al Lecce Juan Cuadrado e Luis Muriel. Guidolin chiede al presidente Pozzo di pescare nel Sud America. Ecco che dal Palmeiras arriva Pablo Armero, esterno di centrocampo. Ma il mister vuole rinforzare anche l’attacco. Spunta subito il nome di un certo German Denis, conosciuto in modo particolare per l’ottima prestazione nel campionato precedente con la maglia del Napoli. Quello dei friulani è un mercato innovativo rispetto alle altre squadre del campionato.

Ma da chi era composta la formazione dell’Udinese? In porta c’era Handanovic, già grande portiere e alle prime armi con il metodo para rigori. Il muro difensivo era formato da Benatia, marocchino, poi diventato un giocatore di Juventus e Roma. Domizzi, vice capitano della squadra ed ex rigorista ai tempi del Napoli. Il terzo in difesa era Zapata, giocatore dotato di grande esperienza, ex volto di varie squadre di serie A e attuale difensore del Genoa. A centrocampo, spiccava la qualità del gruppo. In mediana giocava Asamoah, ghanese, uno dei velocisti dei friulani con Pinzi e Inler spesso sostituiti da Badu e Pazienza. ai lati. Sulla fascia sinistra c’era Isla coadiuvato spesso dalla presenza di Armero mentre su quella opposta giocava Basta. La qualità dei bianconeri riguardava soprattutto l’attacco. I nomi di Antonio Di Natale, Massimo Coda, Floro Flores, Alexis Sanchez e German Denis hanno segnato diverse generazioni. Sulle spiagge, nelle strade, nelle amichevoli a scuola e al calcetto, tutti cercavano di imitare l’esultanza di Totò Di Natale.

I risultati furono eccellenti. Uno dei ricordi indelebili rimarrà il 7-0 contro il Palermo. Guidolin aveva fermato quasi tutte le big. Il Napoli era la vittima preferita degli scudi mentre il Milan era stato inchiodato a San Siro sul risultato di 4-4. La squadra di Guidolin alla fine del campionato si posizionerà al terzo posto in classifica, staccando il pass per giocare i playoff di Champions League. Un’impresa ripetuta negli anni solo dall’Atalanta e in Inghilterra dal Leicester di Ranieri. L’Udinese giocava a calcio e seguiva un grande maestro come Francesco Guidolin. È stato un vero spettacolo.

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