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San Giovanni Rotondo e la Madonna delle Grazie: una devozione racchiusa in una festa

30 Agosto 2020
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Il 31 agosto, come tutti gli anni, il quadro della “Madonna delle Grazie” raggiunge  in processione la Chiesa Madre “San Leonardo Abate” di San Giovanni Rotondo. Il quadro, un prezioso documento dell’iconografia della Madonna con Bambino, resta in paese fino al 10 settembre, giorno in cui il popolo di San Giovanni Rotondo, con una solenne processione, riconsegna simbolicamente la Madonna delle Grazie nelle mani dei Frati Minori Cappuccini che da anni la custodiscono nella Chiesetta Antica del convento. Il popolo di San Giovanni Rotondo è molto legato a quest’immagine sacra e negli anni si sono susseguite suppliche e ringraziamenti per gli scampati pericoli del terremoto, del colera, delle alluvioni, della carestia e per la persistente e frequente siccità…

Il quadro della “Madonna delle Grazie” (olio su tela, cm 150×95) è un’opera di fr Cesare Turco e Decio Tramontano, collocabile intorno alla metà del’500. Nasce come dipinto a tempera su tela sottile da stendardo e si presentava incollata sopra un supporto di così detto “Panforte”, ossia su di un piano costituito da un telaio ligneo tamburato con masonite. Il tempo e gli eventi avevano ridotto il quadro in uno stato miserando: scolatura di cera bollente, più di cento fori di chiodi usati per fissare sull’Immagine la veste d’argento e gli ex-voto, restauri e rimpicciolimenti di scollatura e seno della Vergine.

Qualche dato storico: il quadro di S. Maria delle Grazie, dopo la seconda soppressione del convento nel 1866, fu privato della manta d’argento che oggi lo ricopre in occasione della processione. Tale sopravveste fu inviata dall’esattore delle tasse a S. Marco in Lamis (FG), mentre il quadro fu portato al sicuro nella Chiesa di S. Nicola, situata nel centro storico di San Giovanni Rotondo, proprio perchè si prevedeva che il Convento dei Cappuccini, allora fuori dal paese, sarebbe stato depredato una volta soppresso.

Intanto dopo le valutazioni degli esperti circa l’ottima fattura del quadro le autorità ne ordinarono il trasferimento in una sede museale del neonato Regno d’Italia. A tale notizia conseguirono tumulti e proteste della popolazione (già peraltro provata dall’eccidio di 24 persone favorevoli all’unità nazionale, avvenuto il 24 ottobre 1860) che spinsero il sindaco dell’epoca a sollecitare il prefetto a non eseguire tale provedimento e ciò avvenne.
Infatti la manta d’argento fu restituita il 9 marzo del 1867 ed i frati Cappuccini rientrarono nel loro convento, rimasto nel frattempo abbandonato, solo nel 1885 dopo essere stati invitati dal sindaco sangiovannese. Ma la comunità monastica potè costituirsi solo nel 1909 dopo che l’allora sindaco Giovanni Giuliani propose ed ottenne la riconsegna del convento ai frati.

Ed è di quegli anni il “Capitolato” tra il popolo di San Giovanni Rotondo e i Padri Cappuccini che disponeva i solenni festeggiamenti in onore della Madonna dal 31 agosto al 10 settembre di ogni anno.

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