Di Federico Fabrizio
In questi giorni si discute sulle potenziali applicazioni degli anticorpi monoclonali (mAb) neutralizzanti il SARS-CoV-2, in particolar modo sulla possibilità di ottenere un siero sintetico in laboratorio.
Con anticorpi geneticamente modificati si parla di una classe di proteine ricombinanti proposta per uso terapeutico.
Ognuno di noi possiede un ampio repertorio di anticorpi che agiscono come sistema di difesa contro innumerevoli antigeni esogeni. Il legame di un anticorpo può essere sufficiente a neutralizzare alcune tossine e virus e più spesso l’anticorpo legato attiva il sistema del complemento che porta all’uccisione cellulo-mediata.
Gli anticorpi terapeutici prodotti artificialmente sono progettati per essere monospecifici (cioè specifici per un singolo antigene).
I tradizionali mAb sono secreti dagli ibridomi, cellule immortalizzate generate dalla fusione di linfociti B (che producono anticorpi) prelevati da topi o ratti immunizzati con cellule provenienti da un tumore dei linfociti B (detto plasmocitoma) di origine murina immortalizzato. Gli ibridomi sono propagati come cloni individuali, ciascuno dei quali può costituire una fonte stabile e permanente di mAb.
L’ingegneria genetica può venirci in aiuto ma in che modo? Può essenzialmente modificare gli anticorpi monoclonali murini in modo che diventino più stabili nell’uomo: si tratta di sostituire le sequenze proteiche murine dall’equivalente umano (a livello di DNA le sequenze che codificano parti dell’anticorpo murino sono sostituite da sequenze equivalenti umane).
Il risultante DNA ibrido viene espresso per generare un anticorpo che in parte è umano e in parte murino, cioè un anticorpo che ha le catene variabili originali murine, ma le regioni costanti umane (anticorpo chimerico). N.B. Gli anticorpi classici sono costituiti da catene leggere e pesanti con domini variabili (V) e costanti (C).
Per la questione COVID-19, uno studio recentissimo si concentra sull’anticorpo monoclonale “ 47D11” che colpisce un epitopo (quella piccola parte di antigene che lega l’anticorpo specifico) della proteina S (spike), neutralizzando SARS-CoV-2 (e SARS-CoV) in un sistema in vitro (coltura cellulare). La slide mostra le prospettive terapeutiche degli mAb neutralizzanti il SARS-CoV-2.
Come detto, gli mAb trovano grande applicazione non solo nella cura delle infezioni virali ma anche nel trattamento del cancro (in quest’ultimo caso anticorpi sono stati sviluppati nella forma coniugata anticorpo-farmaco di modo che si possano occupare del trasporto tossine in grado di uccidere le cellule tumorali).
Fidiamoci della scienza e condividiamo le Pillole di ricerca scientifica.
Per chi volesse approfondire:
https://www.nature.com/articles/s41467-020-16256-y
https://www.ijbs.com/v16p1718.htm
Grazie del vostro tempo.