L’icona pellegrina della Madonna Nera di Częstochowa, venerata come Regina della
Polonia, di cui era molto devoto san Giovanni Paolo II, sarà a San Giovanni Rotondo
dall’11 al 25 novembre, presso il santuario di Santa Maria delle Grazie.
Con questo evento i Frati Minori Cappuccini intendono dare inizio alle celebrazioni per il
centesimo anniversario della nascita di san Giovanni Paolo II, il Papa che ebbe un rapporto personale con Padre Pio, sotto il cui pontificato furono sbloccati gli impedimenti all’inizio della Causa di beatificazione e canonizzazione e che personalmente proclamò prima beato (2 maggio 1999) e poi santo (16 giugno 2002) il mistico Frate di Pietrelcina.
Tra l’altro, il Santuario di Częstochowa è legato a un’altra espressione di devozione da
parte di Karol Wojtyla nei confronti di Padre Pio. Il 27 gennaio 1972 padre Bernardino
scrisse «una lettera ai Cardinali, agli Arcivescovi, ai vescovi, ad alcune personalità
ecclesiastiche e laiche dell’Italia e di altre nazioni, chiedendo loro una lettera postulatoria
da inviare al Santo Padre, perché Egli si degni di dare il nihil obstat per l’introduzione della Causa del P. Pio. Risposero: 19 cardinali, 58 arcivescovi, 133 vescovi, 43 ecclesiastici, 20 laici.
Una delle prime, «la lettera della Conferenza episcopale della Polonia, è firmata da
due Cardinali (Stefan Wyszynski, primate; e Karol Wojtyła, metropolita di Cracovia) e da
43 tra Arcivescovi e Vescovi» . Scritta a Jasna Góra con una comune macchina da scrivere
manuale sulla carta intestata del Primate di Polonia, porta la data del 3 maggio 1972. Il
testo, in latino, è stato pubblicato con la traduzione, che pubblichiamo di seguito, nel
numero di dicembre 1978 di Voce di Padre Pio.
«Beatissimo Padre
Padre Pio da Pietrelcina, sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori
Cappuccini, può essere annoverato tra gli uomini consacrati a Dio, che, insigni per
preclare virtù, sono morti in fama di santità.
Alcuni di noi hanno visto con i propri occhi Padre Pio e il suo apostolato; altri
hanno attinto notizie da coloro che lo vedevano, lo ascoltavano e scrivevano di lui; tutti
noi siamo persuasi della santità di vita e della speciale missione di quest’uomo di Chiesa.
Questo è provato dalla sua lunga vita esemplare, adorna di virtù, principalmente di
continua preghiera con speciale devozione verso la Passione di Nostro Signore Gesù
Cristo e verso la Beatissima Vergine Maria, di diversi eroici sacrifici e di penitenza, di
ammirevole apostolato, sgorgante dall’amore di Dio e del prossimo. Questa lunga vita
esemplare è ben nota a tutto il mondo cristiano, anche nella nostra patria.
La sua fama di santità è confermata e comprovata dalle sue opere “Casa Sollievo
della Sofferenza” e “Gruppi di Preghiera”, che sono in continua espansione ed apportano
benéfici frutti sotto l’aspetto religioso e sociale, dalle diverse e molteplici grazie che i fedeli
attribuiscono alla sua intercessione.
In quest’epoca nella quale, spesso, tante cose non vere e non rette si proclamano
della vita religiosa, dell’apostolato dei religiosi, della dignità e dei doveri dei sacerdoti, la
persona di Padre Pio, religioso e sacerdote a noi contemporaneo, col suo modo di vivere e
con la sua attività, offre al mondo inquieto un ottimo e desiderato esemplare di uomo
ripieno di Dio su questa terra.
Il Concilio Vaticano II richiede dai religiosi un apostolato che “essi sono tenuti a
promuovere soprattutto con la preghiera, con le opere della penitenza e con l’esempio
della loro vita” (Decreto “Christus Dominus” sull’ufficio pastorale dei Vescovi nella Chiesa,
n. 33). Lo stesso Concilio richiede che “i Religiosi sacerdoti… siano provvidenziali
collaboratori dell’Ordine episcopale… date le aumentate necessità delle anime (ibidem, n.
34).
Tutte queste cose sono palesemente manifeste in Padre Pio, uomo “diventato
preghiera” e uomo di inenarrabili sacrifici per i peccatori: sacrifici che provenivano dalla
retta cognizione dell’ufficio sacerdotale di cooperare con Cristo all’opera della redenzione,
completando nella propria carne ciò che manca alle tribolazioni di Cristo, in vantaggio del
Corpo di lui, che è la Chiesa (Col 1,24).
Tenendo presente tutto questo e considerando la fama di santità che anche in
Polonia esiste e continua e che si manifesta specialmente nelle preghiere che i fedeli
rivolgono a Dio per ottenere le grazie più diverse, per intercessione di Padre Pio, abbiamo
ritenuto opportuno pregare la Santità Vostra, perché si degni di introdurre la Causa di
Beatificazione e Canonizzazione di questo Servo di Dio, per la maggior gloria di Dio e per
l’utilità della Santa Chiesa.
Prostrati ai piedi della Santità Vostra, chiediamo l’Apostolica benedizione».
Seguono le firme. La prima è quella del card. Stefan Wyszynski, arcivescovo metropolita
di Varsavia e primate di Polonia. Poi c’è quella dell’arcivescovo metropolita di Cracovia,
card. Karol Wojtyła, quindi quella degli altri pastori polacchi.
Una frase del testo cattura
l’attenzione: «Alcuni di noi hanno visto con i propri occhi Padre Pio e il suo apostolato».
Non è noto se qualcuno degli altri vescovi abbia mai incontrato il santo Frate cappuccino.
Sicuramente uno che aveva «visto con i propri occhi Padre Pio» era il cardinale Wojtyła.
Pertanto dobbiamo ritenere che gran parte dei contenuti della lettera siano da attribuire a
questo porporato. Ma l’aspetto più singolare di questa petizione, all’epoca indirizzata a
Papa Paolo VI, è che poco più di sei anni dopo la richiesta sarebbe stata esaudita da uno
dei firmatari, da quell’Arcivescovo di Cracovia, poi diventato Papa col nome di Giovanni
Paolo II.
La imago thaumaturga Beatae Virginis Mariae Immaculatae Conceptae in Claro Monte, secondo
una leggenda, sarebbe stata dipinta dalla mano dell’evangelista Luca, che aveva
conosciuto personalmente la Madonna e, quindi, avrebbe avuto la possibilità di riprodurre
fedelmente il suo vero volto. L’antichissima tavola è custodita a Jasna Góra, nel Santuario
di Częstochowa, dal 1382 per volontà del principe Ladislao di Opole.
Nei prossimi giorni verrà diffuso un altro comunicato con il programma dettagliato della
peregrinatio dell’icona pellegrina della Madonna di Częstochowa.