Chi è don Domenico?
Sono nato il 2 marzo 1922 e, a quindici anni ho iniziato a frequentare il Seminario Serafico dei religiosi Terziari Cappuccini dell’Addolorata. Dopo aver compiuto gli studi universitari, sono stato ordinato sacerdote nel 1948 in San Giovanni Laterano. Nell’immediato dopo guerra, dal 1952 al 1954, sono stato nominato direttore della Colonia Pontificia ad Anzio (RM) che, nel dopoguerra, accoglieva i ragazzi in difficoltà.
Ma gli anni più intensi li ho vissuti a San Giovanni Rotondo (FG) dal 1958 al 1972 dove ho fondato il Centro di Formazione professionale per i giovani del paese e delle zone limitrofe. In seguito, mi sono dedicato all’insegnamento della religione cattolica nella scuola media di Roma Casalotti e nel Liceo scientifico di Ladispoli (RM). Dal 1982 al 1998 sono stato nominato parroco di Borgo S. Martino. Concluso il mio mandato di parroco, sono tornato ad Acquaviva dove ho vissuto il ministero sacerdotale, per cinque anni, presso la Parrocchia S. Maria Maggiore. Attualmente il Vescovo mi ha chiesto di seguire, come rettore, la Confraternita della Madonna del Carmine in S. Benedetto e collaboro presso la Cattedrale di Acquaviva.
Cosa ricorda, in particolare, della sua vita sacerdotale?
A S. Giovanni Rotondo negli anni 50-60, la disoccupazione, specialmente giovanile spingeva molti ragazzi a bussare alla porta dei Cappuccini, per chiedere aiuto, sapendo di poter contare sulla generosità di Padre Pio e Padre Carmelo da Sessano del Molise. Fu allora che si pensò ad un ente che si dedicasse alla qualificazione dei giovani.
In quegli anni fui inviato, come terziario cappuccino, a S. Giovanni Rotondo per guidare la parrocchia S. Onofrio e preparare la fondazione del Centro Professionale ITCA. Mi adoperai nel reperire le attrezzature per dare vita al centro. Finalmente nel gennaio del 1958, nonostante le numerose difficoltà, vi fu l’inaugurazione. Ho seguito questa realtà per 14 anni durante i quali abbiamo offerto lavoro a numerosi giovani ed è proprio questa l’esperienza che porterò sempre con me.
L’esperienza a San Giovanni Rotondo ha segnato la sua vita. In particolare, la collaborazione con Padre Carmelo da Sessano. Cosa può raccontarci?
In questi ultimi anni ho raccolto le mie memorie e pubblicato alcune ricerche, in particolare sulla vita e le opere di S. Pio da Pietrelcina e di uno dei suoi più stretti collaboratori: Padre Carmelo da Sessano.
Nel 2002 ho pubblicato il primo volume: “Padre Pio santo di Dio”, tratto dal diario di Padre Carmelo da Sessano; il mio secondo volume, “Padre Pio e le opere sociali”, raccoglie una testimonianza sulle opere di Padre Pio, in particolare quelle rivolte ai giovani e alla promozione sociale (Casa Sollievo della Sofferenza, cooperative, Scuole Materne, Centro Sociale cappucino, Centro professionale ITCA, ecc).
L’ultima mia opera, “ Padre Carmelo da Sessano. Il riflesso del sorriso di Padre Pio”, raccoglie la biografia e alcune testimonianze su Padre Carmelo da Sessano, amatissimo Cappuccino e confessore di Padre Pio, nonché Padre-guardiano nel convento di San Giovanni Rotondo dal 1953 al 1959.
Sappiamo che, a motivo delle sue ricerche e del contributo dato alla storia della Città di Sessano, il 9 giugno 2007 gli è stata solennemente conferita la Cittadinanza Onoraria. In questi anni ha vissuto il suo sacerdozio come servizio alla comunità. Come ha vissuto il suo ritorno ad Acquaviva?
Sono ad Acquaviva dal 1998. Ho prestato il mio servizio, per i primi cinque anni, presso la Parrocchia di S. Maria Maggiore con Don Peppino Ciccarone. Dal 2003, invece, sono in Cattedrale e il Vescovo mi ha nominato Rettore della Confraternita della Madonna del Carmine. Sono stato accolto benissimo e ho dato tutto quello che potevo a queste parrocchie.
Oggi compie 90 anni. Non li dimostra affatto: ci svela il segreto della giovinezza?
E’ un dono di Dio. Poi molto lavoro e un po’ di fortuna mi hanno dato la forza per andare avanti anche con un po’ di acciacchi. Mi hanno recentemente rinnovato la patente di guida. La salute in generale va bene e per me è un traguardo.
Come è cambiato il ruolo del sacerdote dopo il Concilio Vaticano II?
Per me è stato tutto molto semplice e il passaggio è stato come un cammino dal vecchio al nuovo sistema. Non ho mai avuto problemi e sono sempre stato aggiornato sui cambiamenti perché mi è sempre piaciuto studiare e conoscere i miglioramenti della Chiesa.
Incontrando don Domenico abbiamo conosciuto uno dei sacerdoti della nostra Città. Ci ha colpito la sua semplicità e disponibilità. A lui e ai sacerdoti della nostra Città va il nostro ringraziamento.
Luigi De Bellis – Marilda Tria
fonte cattedraleacquaviva