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13 Nov

Mamma, che ci faccio su Facebook?

14 Gennaio 2018
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di Leonardo Fania

Le sentenze dei tribunali, si sa, sono sempre destinate a far discutere. Soprattutto, quando traducono, in quella che poi viene definita giurisprudenza, azioni anche di basso rilievo che la legge giudica attraverso le decisioni dei magistrati.
Una sentenza particolare – notizia degli ultimi giorni – è stata quella del Tribunale di Roma che, su sollecitazione di un 16enne, esasperato dal ritrovarsi fotografato e poi pubblicato su Facebook da sua madre a sua insaputa , ha stabilito che non solo il giudice può ordinare la rimozione delle immagini, ma anche il pagamento di una somma di denaro in favore dei figli.
Il principio giuridico alla base di divieti e ordini di rimozione è semplice. L’articolo 96 della legge sul diritto d’autore (legge 633/1941) prevede che il ritratto di una persona non possa essere esposto senza il suo consenso, salve eccezioni. Lo stesso è disposto dal decreto legislativo 196/2003 in materia di trattamento dei dati personali. La fotografia, come qualsiasi altro elemento identificativo, è un dato personale e non può essere diffuso se non c’è l’autorizzazione dell’interessato. In più i minori godono di una tutela rafforzata data dall’articolo 16 della Convenzione sui diritti del fanciullo approvata a New York il 20 novembre 1989 e ratificata in Italia con la legge 176/1991.

Sono tante le mamme che, ad insaputa dei propri figli, pubblicano foto sui social, in una corsa all’ultimo like. Ma, qual è il confine tra corsa compulsiva al “mi piace” ed effettivo bene del bambino? Il web, lo sappiamo, è pieno di malintenzionati, pronti a tutto pur di estorcere il proprio tornaconto. E, tante volte, questo accade a discapito dei bambini e anche dei genitori, anche quelli armati delle migliori intenzioni.

Scrive Roberta Marasco, autrice del libro “Le regole del tè e dell’amore”: “Sono convinta che ai bambini non interessi essere ritratti. L’unico sguardo che interessa davvero ai bambini è quello dei genitori…”.
Ecco, sarebbe bello ritornare a qualche tempo fa, quando lo sguardo che si posava sui bambini era quello di mamma e papà e non quello del mondo intero attraverso internet. Magari toglierci quell’”ansia da social” ci farebbe scoprire molti lati dei nostri figli che, paradossalmente, non conosciamo.

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