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06 Nov

Alluvioni a San Giovanni Rotondo: dalla cronaca alla storia

Di Giovanni Luca Russo

Molti si chiedono come sia possibile che un paese di montagna non attraversato da corsi d’acqua e per di più situato in un territorio carsico possa essere soggetto ad allagamenti anche con piogge ordinarie.

La causa predisponente è data dalla naturale conformazione geologica di tipo “endoreico” del territorio su cui si è sviluppato tutto il centro abitato di San Giovanni Rotondo, che è caratterizzato da un’ampia depressione topografica in cui le acque di precipitazione confluiscono al suo interno senza uno scolo diretto verso il mare ma infiltrandosi nel sottosuolo attraverso le cavità carsiche.

Fig.1 – In verde il perimetro del bacino endoreico di San Giovanni Rotondo; In blu gli impluvi dei corsi d’acqua episodici.

Che questo fenomeno si sia accentuato soprattutto negli ultimi decenni, in seguito alla forte espansione edilizia che ha portato ad un elevato consumo di suolo dissipando le nostre risorse naturali, è un dato di fatto, ma già i nostri antenati dovevano fare i conti con gli allagamenti quando il paese era limitato all’attuale centro storico.

Riportiamo di seguito, dalle “Memorie storiche di San Giovanni Rotondo (Capitanata)” di Francesco Nardella 1895, la descrizione di un evento alluvionale che si verificò il giorno 4 Ottobre 1864 (ricordato come il diluvio di San Francesco):

“Il 4 Ottobre 1864, sulle ore italiane ventuna una copiosa pioggia cominciò a cadere, la quale crescendo via via, imperversò tanto da far credere prossimo il finimondo. Alle ore 24 non era più pioggia, ma un vero diluvio, che durò sino alle ore 4 di sera. La valle soprastante al paese rigurgitava di acqua, la quale con quella forza prodigiosa tutta sua, sbarbicando dai fianchi dei monti enormi macigni, li rotolava galleggianti. Già il fondo della valle sollevatosi di parecchi metri per terra e macigni travolti dai fianchi delle due opposte montagne, faceva straripare la corrente così impetuosa pel rapidissimo declivio, che investì e penetrò nelle case fino a superare l’altezza dell’uomo; e spostando i mobili eran questi trasportati in balia delle onde. Dalle porte con le acque usciva tutto: frumento, olio, botti piene di vino, letti, armadii ed animali domestici, per gettarli sul largo delle Piscine. Fu incalcolabile il danno sofferto; basti dire che molte famiglie da quelle perdite segnarono uno stato di notevole decadenza. Tutti i sottani dell’estrema via di ponente furono interrati; ed i soprani, pareggiati alla terra, minacciavano un crollo per l’azione corrosiva del mobile elemento. Nella trepidazione di una comune rovina, e lì sul punto di veder la patria prostata al suolo, le acque irruppero declinando a sinistra. Fu danno alle vigne, ma salvezza al paese.”

Tornando ai nostri giorni ricordiamo l’alluvione del 12 Settembre 2009 che ha interessato “valle Scura” e tutta la zona ovest del Paese e l’alluvione del 4 Settembre 2014 dove si è verificata la frana nella “valle Scurcia”.

Un problema del passato che è un problema attuale, le alluvioni come i terremoti sono fenomeni naturali ciclici che si manifestano in modo irregolare ma si ripetono con continuità. Possono diventare catastrofici quando avvengono in territori densamente abitati causando numerosi danni.

“La storia delle alluvioni, è una storia che si ripete e l’uomo deve ancora imparare.
Forse le alluvioni ci insegnano che gli errori dell’uomo sono i migliori insegnanti, vanno ascoltati con quell’impegno che poi porta all’azione.” – Stephen Littleword

 

 

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