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23 Nov

“L’arte è veramente un modo di fare teologia.” Parola di Padre Rupnik, autore dei mosaici della nuova cripta di Padre Pio

Un’opera di una bellezza straordinaria ma anche ‘una lezione di teologia magistrale’: così papa Benedetto XVI il 21 giugno 2009, durante la sua visita a San Giovanni Rotondo, definì i mosaici che introducono alla nuova cripta, nella chiesa inferiore di San Pio da Pietrelcina, dove riposa il corpo del ‘frate con le stimmate’.

I mosaici sono in tutto 54, ricoprono una superficie complessiva – tra rampa e chiesa inferiore – di circa 2.000 metri quadrati e sono l’opera più grande realizzata da padre Marko Rupnik e dall’Atelier composto da artisti di otto Paesi diversi appartenenti alle chiese cattolico romana, greco cattolica e ortodossa.

Quel 21 giugno papa Benedetto XVI benedisse la nuova cripta e inaugurò quei mosaici che mostrano in parallelo le vite di San Pio e di San Francesco d’Assisi.

E’ stato necessario più di un anno di lavoro per realizzare i mosaici, composti con l’oro donato dai fedeli di San Pio e con milioni di tessere provenienti da diverse parti del mondo (Italia, Francia, Grecia, Macedonia, Turchia, Egitto, Brasile, Messico, Sudafrica, Iran, Afghanistan, Pakistan, Cina e India).

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