Il poeta di San Giovanni Rotondo è il cantore di un Sud intriso di elementi primordiali: e nuvole vinate, rondini al galoppo, giallo mattino di sole, silenziosi respiri di notturne resine.
Nella «foresta di simboli» millantati dal suo linguaggio poetico, l’attenzione del Nostro è rivolta alle corrispondenze apparentemente impossibili, cristalli di cera eterni nella struttura eppur caduchi nella loro essenza.
Nelle poesie di Lio Fiorentino, però, oltre alle parole (che accarezzano anime tormentate in frazioni di secondi e morbide di assalti d’entusiasmo), vi sono le immagini che scorrono e si rincorrono pregne di significato.
È, infatti, l’attitudine alla regia teatrale praticata con successo dal Nostro, a dare dinamicità ai versi, inanellandoli in un flusso «filmico» di emozioni che recitano «a braccio», con l’intento evidente (e riuscito) di sintonizzarsi con i moti dell’anima del lettore-spettatore.
Ed ecco, allora, consegnare alle lusinghe del mare i futuri velieri che salpano verso solitudini vaganti e affidare alle cure del giorno che muore i gabbiani al tramonto che trafiggono l’anima di sete stridente.
Versi che si sostanziano di immagini alla ricerca di un tepore per l’anima infreddolita, questa è la raffinata poesia di Lio Fiorentino.
Testo tratto dalla prefazione” Gusci di silenzi ” di Vincenzo Benvenuto
Il libro sarà presentato a Napoli mercoledì 11 settembre 2019 alle 17 al Palazzo Real
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