Di Simone Pio Scarano
Ci sono piccole porzioni di territorio garganico che non hanno mai avuto un valore riconosciuto, sono sempre state guardate con indifferenza. E’ il caso dell’area delimitata a nord dal tornante Curva di San Michele, lungo la SP 45bis, principale arteria d’ingresso alla città di San Giovanni Rotondo. Con un passato da piccola cava di pietra, tale area di circa 6 ha, attualmente risulta essere una discarica, ricca di inerti e di rifiuti edili.
Di facile accesso, l’area presenta qualità paesaggistiche importanti, è un belvedere sul Gargano e sul Tavoliere delle Puglie e la sua posizione mediana assume un ruolo di collegamento tra la città e la campagna: due contesti ideologicamente e fisicamente separati, ma che nel territorio garganico hanno da sempre avuto relazioni forti.
Importante, in un’analisi più ampia, è lo sviluppo di strategie che migliorino le relazioni tra il contesto urbano e rurale. In particolar modo, la zona delle Matine, seppur fisicamente al di fuori del centro abitato è parte integrante del contesto economico, sociale e culturale sangiovannese. Le città con importanti assetti produttivi, crescono e sviluppano benessere sociale ed economico grazie ai loro indotti, ovvero aree fisicamente marginali rispetto al centro delle città, ma economicamente potenti. Pertanto, il voler promuovere e migliorare tali condizioni, diviene un tema interessante per un laureando in architettura.
Da queste premesse nasce il progetto Ptrera.
Ptrera è un polo aggregatore di informazioni e competenze per lo sviluppo e la tutela del patrimonio rurale attraverso l’incubatore d’impresa, con il ruolo di formazione e consulenza per le aziende agricole ed i laboratori di ricerca e di analisi sulle tecniche per l’olivicoltura.
E’ un edificio in pietra fatto di spazi che si contraggono e si dilatano. Si erge al di sopra di un sistema di terrazzamenti arricchiti da ulivi e vegetazione spontanea. I terrazzamenti rendono fruibile l’area e soprattutto controllata da un punto di vista idrogeologico. Si ottiene così, un giardino rurale che abbraccia verso valle l’edificio, mentre a nord la macchia mediterranea e il percorso alberato accompagnano il visitatore verso l’ingresso.
Sviluppato su 6 piani, per una superficie totale di circa 7000 mq, l’edificio si frammenta in tre volumi principali con funzioni pubbliche, tecniche e scientifiche, i cui ingressi si affacciano su una piazza interna di pietra e vetro, che diventa il cuore dell’edificio: il visitatore ha la possibilità da un punto centrale di decidere se entrare nell’edificio, affacciarsi, sostare e ammirare il paesaggio sottostante.
I piani terra e semi-interrato contengono gli spazi pubblici della biblioteca scientifica, gli spazi ristoro e il padiglione delle esposizioni e conferenze. Ai piani superiori, troviamo l’auditorium, i laboratori, le aule formative e gli spazi dell’incubatore d’impresa.
L’edificio diviene un unicum all’interno del paesaggio, un punto di riferimento come da sempre lo sono le grandi architetture fortificate e religiose nella campagna pugliese.
Ma, più di tutto, vuole essere un tema di dibattito sulle potenzialità che un’architettura può avere all’interno di un contesto culturale che all’architettura dà un valore praticamente nullo.