Pubblichiamo una miscellanea della cronaca e le foto dei funerali di Padre Pio, avvenuti il 26 settembre 1968:
Alle ore 10, chiuse le porte della chiesa, venne fatto sgomberare il sagrato e il tratto iniziale della gradinata confinante, ponendo tutto attorno una staccionata. La vigilanza attorno alla staccionata venne assicurata da uno sbarramento di carabinieri e quella al sagrato da un cordone di agenti di polizia, disposto sulla gradinata.
Alle ore 14 si svolse in chiesa una commovente cerimonia. Un gruppo di carabinieri e di poliziotti si pose sull’attenti attorno al feretro, un saluto militare anche a nome di tutti gli altri colleghi che in quei giorni si erano impegnati nel servizio d’ordine. Seguì una lunga pausa di commosso silenzio.
Poi, alle 15,40, la bara uscì dalla chiesa di S. Maria delle Grazie, circondata dalle autorità ecclesiastiche e civili. Ebbe inizio l’ultimo viaggio, un corteo funebre che vide sfilare per le vie di San Giovanni Rotondo una folla immensa di fedeli in lacrime: circa centomila persone secondo un calcolo approssimativo dei cronisti.
Dall’alto, elicotteri militari, sorvolando più volte il corteo, gettavano fiori e messaggi di saluto. E l’illustre scienziato Enrico Medi, al microfono collocato su un palco, commentava i misteri del Rosario.
Fra l’altro disse: «Un crocefisso per cinquant’anni. Le sue mani, i suoi piedi, il suo costato hanno portato le piaghe del Signore. La sua fronte coronata di spine, e il suo cuore trafitto dai peccati del mondo come quello di Gesù. In un certo senso, ed è tanto vero nell’unione intima col Signore per partecipazione, vedere lui era vedere Gesù, come in ogni redento dal sangue prezioso del Redentore. E così è stato in mezzo a noi tanto poveri, che quasi non ce ne siamo accorti. Abbiamo visto in lui il dolore, le grazie, i miracoli. Abbiamo chiesto a lui conforto e carezze, abbiamo ascoltato parole e consigli. Ma chi è potuto penetrare dentro a quel cuore così consumato e così straziato, che ha compiuto la sua missione fino alla fine, sino all’ultima goccia di sangue? Ha voluto che i cinquant’anni fossero compiuti in un giorno in cui il sole nasce esattamente ad Oriente e ad Occidente tramonta, nell’equilibrio perfetto della natura da Dio creata. […] Mi sembra che non ci sia stato nessun santo, nella vita della Chiesa, nella storia della Chiesa, a cui Cristo abbia chiesto tanto sangue come a Padre Pio. San Francesco portò le stimmate per tre anni, Padre Pio per cinquant’anni. Una crocifissione permanente, lunga. Quei dolori lancinanti, che nascondevano talvolta il sorriso d’amore verso i suoi figli. Questa continua e perenne passione: sangue, sangue, sangue, per compiere una missione salvatrice, santificatrice, fino alla fine».
Alle 16,40 il corteo giunse in paese, e, alle 17,35, si fermò nella piazza del Comune, dove era stato eretto un palco. Qui, il sindaco dott. Sala, con voce commossa, pronunciò un breve discorso di omaggio, concludendo con queste parole: «…Noi ti promettiamo qui, dinanzi al tuo corpo esanime, che continueremo uniti il cammino luminoso che tu ci hai aperto nel nome di Cristo Salvatore. Grazie, Padre!».
Alle ore 18,30 la bara tornava sul sagrato della chiesa di Santa Maria delle Grazie. Alle ore 19 iniziò la Messa funebre, celebrata dal Generale dell’Ordine, padre Clemente da Wlissingen, presente a San Giovanni Rotondo dietro esplicito ordine di papa Paolo VI. Concelebravano 24 sacerdoti. Assistevano mons. Giuseppe Lenotti, vescovo di Foggia, e mons. Antonio Cunial, vescovo di Lucera.
Dopo la celebrazione prese la parola, per l’elogio funebre, padre Clemente da Santa Maria in Punta: «…La sua vita di fede, intrisa di amore infuocato a Gesù, lo condusse necessariamente a prodigarsi in favore degli uomini… L’intimità del confessionale era il luogo da lui preferito per beneficare le anime… Spesso la sua parola si faceva severa, quasi rude; tutti però avvertivano nel fondo la sua sofferta paternità… Seguendo Padre Pio, amiamo i fratelli. Togliamo dalla nostra vita l’odio, il risentimento. Superiamo quello che ci divide. Nella nostra casa, nel nostro ambiente e ovunque, siamo facitori di concordia e di pace…».
Poi continua leggendo il telegramma pervenuto dalla Santa Sede: «Augusto Pontefice ha appreso con paterno cordoglio notizia pio transito Padre Pio da Pietrelcina… eleva preghiera affinché il Signore conceda Suo servitore fedele eterna corona di giustizia…».
A chiusura della serata, il guardiano, padre Carmelo da San Giovanni in Galdo, prese la parola per ricordare di essere stato pregato da Padre Pio, tramite padre Pellegrino, di dare, a suo nome, la sua ultima benedizione. E concluse dicendo: «Perciò, con tutto il cuore, in nome di Padre Pio vi benedico. Benedictio Dei Onnipotentis Patris et Filii et Spiritus Sancti descendat super vos et maneat semper. Amen».
Infine, alle 20,30, dopo una breve sosta nel piazzale della Casa Sollievo della Sofferenza, la salma venne fatta rientrare in chiesa, subito chiusa per evitare un’invasione di folla. La bara venne trasportata a braccia nella cripta e calata nel loculo scavato sotto il pavimento. La bara, protetta da una soletta di cemento, venne poi sormontata da un blocco monolitico in granito azzurro del Labrador, del peso di trenta quintali, modellato a sarcofago.
Terminata ogni operazione, alle 22,30, tutti i presenti vennero invitati ad uscire e tornare nelle loro case. L’accesso dei fedeli nella cripta fu consentito dal pomeriggio del giorno dopo, venerdì 27 settembre. Da allora, ogni giorno la tomba sarà visitata da migliaia di pellegrini.