Il 4 maggio, un’unità di sangue custodita nella Banca Cordonale della Regione Puglia, presso l’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza, è partita con una spedizione aerea verso gli Stati Uniti d’America, destinazione Seattle, nello stato di Washington, per essere trapianta su un paziente adulto affetto da leucemia acuta mieiloide.
«L’unità di sangue cordonale – ha spiegato Michele Santodirocco, medico dell’Unità di Medicina Trasfusionale e direttore medico della Banca – è partita dall’aeroporto di Bari Palese, transitando per Milano Malpensa, Zurigo e Francoforte, prima di arrivare a destinazione il 6 maggio, in tempo per essere trapiantata su un paziente di grossa taglia, unitamente ad un’altra unità ottenuta dal registro internazione di sangue midollare, il WMDA (World Marrow Donor Association)».
«Siamo molto felici perché in 10 anni di attività salgono così a 15 le unità di sangue cordonale cedute agli ospedali di tutto il mondo a scopo di trapianto – ha dichiarato Lazzaro di Mauro, direttore della Banca Cordonale e dell’Unità di Medicina Trasfusionale –. Di queste 15, 5 sono state inviate negli Stati Uniti, 4 in Francia, 2 in Italia e una in ciascuno dei seguenti paesi: Regno Unito, Olanda, Danimarca e Israele. Un ottimo risultato che premia anni di lavoro al servizio della comunità internazionale».
Al 31 dicembre del 2017, la Banca ospitata nel Poliambulatorio Giovanni Paolo II ha raccolto 16.332 unità di sangue proveniente dai 14 ospedali pugliesi accreditati alla raccolta del sangue cordonale, tra cui Casa Sollievo, bancando, cioè rendendo effettivamente disponibili, 1.781 unità, a cui si aggiungono 248 unità dedicate.
Le donazioni raccolte sono esclusivamente di tipo allogenico-solidaristiche, cioè rivolte a chiunque nel mondo ne possa aver bisogno, anonime e gratuite. Sono consentite anche donazione dedicate, riservate al nascituro, solo nei casi in cui il neonato o un consanguineo abbiano una patologia, in atto al momento della raccolta, per la quale risulti scientificamente fondato e clinicamente appropriato l’utilizzo di cellule staminali da sangue cordonale. Stesso discorso per uso dedicato nel caso di famiglie ad alto rischio di avere ulteriori figli affetti da malattie geneticamente determinate.
Il sangue cordonale, che può essere donato durante il parto senza alcun rischio per la mamma e per il nascituro, è ricchissimo di cellule staminali emopoietiche, utilizzabili a scopo di trapianto come terapia salvavita. La sopravvivenza di molti pazienti affetti da alcune patologie oncologiche, ematologiche, immunologiche e dismetaboliche dell’infanzia e dell’età adulta, a volte rare e gravissime, dipende dalla possibilità di effettuare un trapianto di cellule staminali. Per i pazienti che non hanno un donatore familiare compatibile, il sangue cordonale donato può rappresentare un’efficace alternativa.
tratto dal sito Opera di Padre Pio