di Antonio Lalla
Se c’è una forma d’intrattenimento che negli ultimi anni si è affermata sempre di più, quella è il fumetto. Forse molti di quelli che stanno leggendo staranno già pensando di abbandonare la lettura: i fumetti sono roba da bambini, si potrebbe pensare, i fumetti sono disegnetti con le nuvolette, altri staranno pensando, “Che sso sti babbarie?” (Babbarie = termine pseudodialettale che sta a significare cose di poco conto, stupidaggini che non meritano nessuna considerazione) è quello che pensa molta gente. Io no.
Io nel fumetto ci ho investito molto, nel senso che ci ho speso molti soldi e ne ho letti tanti durante la mia vita, e ho visto come nel tempo si è evoluto da semplice intrattenimento a elemento culturale. Sì, perché una parte dell’interesse culturale che ognuno di noi dovrebbe alimentare sarebbe da dedicare al medium fumetto, perché sbagliereste a pensare che il fumetto non porti niente di importante e sia soltanto un’esperienza da relegare nell’infanzia, un misero vezzo che alcuni si portano dietro come l’acquisto dei numeri del famoso TEX WILLER (che compie 80 anni questo 2018), solo per nostalgia. No, il fumetto è una passione, al pari dello sport o della lettura di un libro, o del cinema: esso non è sostituibile da questi, ma si accompagna a loro, ne è allo stesso livello come importanza e come dignità sociale. Ed è proprio per questo ruolo che esso ricopre ha fatto sì che in Italia (e come in molti altri paesi europei e non) abbia visto ingrandirsi l’interesse da parte di più fasce di età e di pubblico, facendo nascere nel tempo anche prestigiosi eventi ad esso collegati come fiere e convention di settore, grandi eventi che richiamano e attirano pubblico e sarebbe quindi stupido non cercare di scoprire e capire questo mondo.
Questo è quello che vorrei cercare di fare, portare il fumetto alla vostra attenzione, e lo faccio con due titoli distanti per genere ma vicinissimi per produzione e realizzazione, due titoli italiani. Sì, perché il fumetto italiano ha una lunga tradizione, lunga oltre un secolo, che ha visto nascere personaggi diventati icone anche all’estero: giusto per citarne alcuni potrei fare il nome di Corto Maltese , Dylan dog, Diabolik, Black macigno, Capitan Miky, Zagor, il comandante Mark e il già menzionato Tex Willer (giusto per chiamare in causa i più “anziani”); personaggi che sono nella memoria del nostro paese e dei nostri genitori, e che si accompagnano ad autori altrettanto famosi (Hugo Pratt, Gianluigi Bonelli, Sergio Bonelli, ESSEGIESSE, Le sorelle Giussani, Tiziano Sclavi).
A questi nomi si aggiungono altri centinaia di autori e personaggi che tutt’ora agiscono e reagiscono nel calderone commerciale e tra questi troviamo anche DRAGONERO e MERCURIO LOI: Queste sono due delle ultime creazioni della casa editrice italiana per eccellenza, la Sergio Bonelli Editore di Milano, due mensili diversissimi tra di loro ma accomunati dalle stesse dinamiche editoriali che li hanno fatti nascere, questi sono i titoli da dove iniziare la nostra panoramica sul fumetto, e darvi così qualche consiglio per la lettura.
Dragonero, mensile arrivato al numero 56 e tutt’ora in corso di pubblicazione, è un fantasy tutto made in Italy creato da Luca Enoch e Stefano Vietti, due veterani del fumetto italiano. Il personaggio principale è Ian Aranill, scout dell’impero erondariano (L’Erondar è uno dei luoghi che compongono l’universo fantasy di Dragonero), conosciuto anche come Dragonero (o in lingua antica Romevarlo). La serie racconta le vicende dello scout a partire dal suo battesimo di fuoco ovvero le vicende che gli faranno conquistare il suo titolo, accompagnato dal suo braccio destro Gmor, un orco molto particolare e molto umano, e dalla piccola elfa Sera. Altri due comprimari importanti del racconto sono Alben il luresindo, il mago del gruppo e l’ingegnosa Myrva, serella di Ian e appartenente alla gilda dei Tecnocrati.
Nato editorialmente nel 2007 nella prima uscita della collana Romanzi a fumetti della Sergio Bonelli Editore, nella sua prima uscita al pubblico, Ian Aranil e il suo seguito hanno affrontato un Drago rinnegato risvegliatosi e che rabbioso e vendicativo si scaglia sui possedimenti dell’impero. La vicenda porta all’uccisione del drago da parte del protagonista, che ne esce cambiato nel corpo e nello spirito e con un poter al di là delle capacità umane, grazie al contatto con il sangue del drago unito al suo retaggio, ovvero l’appartenere non a caso ad una storica casata di uccisori di draghi, lo stesso sangue di drago va ad “alimentare ” la spada del titolare della serie: spada appartenuta da generazioni alla famiglia di Ian, la cui lama diventa nera e acquisisce particolari capacità magiche. Da qui in poi il nome da battaglia del nostro protagonista sarà Dragonero.
La vicenda viene ripresa, continuata e riportata in edicola nel 2013 sotto forma di mensile, riscontrando molto successo. I canoni del Fantasy sono tutti rispettati e in più viene aggiunto qualcosa e personalizzato a favore del mondo dove gli attori della serie agiscono. Una serie che fa della continuità narrativa un elemento non oppressivo, dando così modo ad ogni nuovo lettore di potersi accostare con ogni numero al mondo di Dragonero, ma necessario affinché tutti gli albi insieme siano tasselli di una stessa storia collegata, una continuity appunto (continuity è il termine ormai in uso in ambito seriale che racchiude tutta la continuità narrativa all’interno di un determinato progetto, serie o franchise). Un mensile volto all’avventura ma dedicato non solo agli appassionati del genere, il quale non era ancora adeguatamente rappresentato nel fumetto italiano, e saremmo degli stupidi a pensare che il fantasy in Italia sia un genere alieno alla nostra tradizione anche letteraria.
Oltre alle uscite mensili, il mondo di Dragonero si è ampliato con due romanzi (Dragonero-La maledizione di Thule , Dragonero-Il risveglio del potente, e un terzo in arrivo) e Dragonero Adventure, che narra le vicende giovanili dei protagonisti ed è rivolto ad un pubblico più giovane; e non ultima l’imminente serie dedicata agli anni di passaggi tra l’adolescenza e l’età adulta di Ian Aranill, di cui già è stato dato un assaggio con il volume Senzanima in cui si narra della sua esperienza come mercenario nella compagnia che dà il titolo all’albo da libreria presentato al Lucca 2017, Senzanima appunto.
Altra serie che non esagero a definirla geniale è Mercurio Loi. Vero e proprio gioiello contemporaneo, anche in Mercurio Loi non manca l’avventura, ma mentre per Dragonero il teatro delle vicende è un luogo creato da zero, un universo fittizio e tutto immaginato, per questi invece teatro delle sue avventure è la reale e realistica Roma di inizio ottocento.
Mercuri Loi è il protagonista, e ne dà anche il titolo alla serie. Professore universitario di storia, non convenzionale come docente ovviamente dato che quando non è dietro una cattedra (spesso) è in giro per la sua città, la Roma pontificia di Papa Leone XII, a risolvere misteri ed enigmi, che spesso lui stesso crea, e a dar manforte suo malgrado al colonnello Belforte con i suoi criminali (all’apparenza bizzarri ma spietati).
Se Dragonero si presenta come il classico eroe da cappa e spada, senza macchia e senza paura, che crede in un bene superiore e si batte contro ogni forma di malvagità, a cui è impossibile non voler bene e prendere come modello, Mercurio Loi invece è spocchioso, altezzoso e a tratti arrogante (a ragione) che crede in lui solo, anche chi gli è intorno fatica a comprenderlo a volte, come Ottone, il suo allievo e aiutante. Ma nonostane tutto Mercurio Loi non è un novello Don Chisciotte, i suoi non sono mulini a vento, ma vere e proprie minacce, veri nemici, veri enigmi; Mercurio Loi non è neanche lo Sherlock Holmes italiano, per quanto questa è la prima associazione che verrebbe da fare, perché sicuramente l’archetipo, da cui l’autore Alessandro Bilotta ha attinto, è proprio quello, ma se ne discosta per tematiche e ambientazione: lo ha personalizzato e costruito in modo talmente accurato che Mercurio Loi è il personaggio più tridimensionale dell’attuale panorama fumettistico italiano, sembra vivo e reale. Non esageravo affatto definendo questo fumetto un gioiello, perché ogni albo, scritto personalmente dal suo autore, è scritto con una precisione maniacale, è articolato in modo da non sembrare forzato, anche quando sembra una presa in giro come nell’albo n.6 “A Passeggio per Roma” , albo in cui il protagonista si imbatte in un “prototipo” di libro-game contemporaneo e con lui anche il lettore, che inconsapevolmente si trova a giocare con il personaggio e con l’autore stesso dell’albo, fino ad una quadratura del cerchio finale che spiazza lettore e personaggio. Oppure ancora l’albo n.4 “Il cuoco mascherato”, splendido albo anche solo per i disegni di Sergio Gerasi, albo che meriterebbe una ristampa in edizione cartonata con carta di qualità, che vanno a comporre una storia insolita e innovativa.
È questa la forza di Mercurio Loi, un’opera ben scritta e ben architettata che rende quasi insostenibile l’attesa tra un albo e l’altro: è la prima volta che noto una cura simile in una pubblicazione seriale da edicola, sia per i dialoghi, per la trama e per il disegno, che fa rivivere una Roma antica in modo così perfetto e realistico. Il mio consiglio è di recuperare gli albi fin’ora usciti, 9 in tutto: 8 della serie più uno d’esordio uscito nel numero 28 della collana Le Storie ormai esaurito da tempo, ma reperibile nell’edizione cartonata e a colori per libreria e fumetteria (le Storie come i già citati Romanzi a fumetti, che videro l’esordio di Dragonero, è una serie mensile sempre della Sergio Bonelli Editore che propone in ogni sua uscita antologica una nuova storia e nuovi personaggi, ideali numeri zero dove sperimentare nuove idee e vecchie rielaborazioni e anche nuovi autori).
Mercurio Loi è un personaggio che serba molte sorprese, nonostante la breve storia editoriale, ma già ben definito (sia lui che il suo mondo di comprimari e paesaggi), e se vorrete scegliere un solo fumetto da seguire nella vostra vita, questo è uno di quelli: Non avrete di che pentirvene; in più e facilmente recuperabile nelle fumetterie, e sul sito della casa editrice.
Piccola nota a margine: il prezzo di ogni albo di Mercurio Loi è un po’ più alto del normale prezzo dei mensili Bonelli, ma li vale tutti anche perché le copertine realizzate da Manuele Fior sono piccole opere d’arte che da sole valgono quasi il prezzo dell’albo.
Per ulteriori informazioni sui personaggi e sul mondo Sergio Bonelli e per acquistare arretrati potete spulciare il sito ufficiale www.sergiobonellieditore.it .