DI Francesca Pia Bisceglia
Ci sono storie che meritano di essere raccontate, che fanno bene al cuore di una comunità, perché ci parlano di altissime vette raggiunte ma, al contempo, di radici che restano ben salde.
La storia di Michele Bisceglia – oggi destinato a entrare nel corpo docente della Harvard Business School – è senz’altro una di queste.
Nato e cresciuto a San Giovanni Rotondo, il suo percorso non trae origine da ambienti privilegiati, ma comincia da qui, tra le semplici mura delle nostre scuole, dove da sempre talento e impegno trovano terreno proficuo.
Chi ha conosciuto Michele da studente, lo ricorda con grande stima e affetto. Era uno di quei ragazzi che hanno lasciato il segno non soltanto per i suoi risultati scolastici (sempre brillanti) ma per la sua intelligenza viva, la sua curiosità costantemente alimentata da un inesauribile bisogno conoscitivo, la sua capacità di coesione e umanità.
Per i suoi compagni di classe era un facilitatore e un punto di riferimento autentico; quello che sapeva risolvere e spiegare con parole semplici anche il più difficile dei problemi, senza far pesare la sua preparazione; quello che ascoltava, aiutava e incoraggiava, smorzando situazioni complesse con battute di spirito.
In un’età in cui è difficile anteporre il “noi” all’ “io” e in cui si tende naturalmente alla competizione fine a se stessa, Michele ha saputo essere un esempio di serietà e altruismo.
Conseguita la maturità scientifica nel 2011 con il massimo dei voti presso il Liceo “Maria Immacolata”, ha proseguito il suo percorso formativo presso l’Università di Foggia, dove si è laureato con lode in Economia sia nella triennale che nella magistrale.
Ma il suo talento l’ha spinto ben oltre: ha conseguito due Dottorati di ricerca, uno in Analytics for Economics and Business presso l’Università di Bergamo, e uno in Economics presso la rinomata Toulouse School of Economics, sotto la guida di alcuni tra i più importanti economisti del panorama mondiale, tra cui Jean Tirole (Premio Nobel per l’Economia nel 2014) e Patrick Rey.
Ha svolto ricerche su diversi temi, tra cui Regolazione dei mercati e concorrenza, che hanno avuto un impatto significativo a livello internazionale, venendo pubblicate sulle più importanti riviste del settore (tra cui il RAND Journal of Economics e il Journal of Industrial Economics).
Ma Michele non si è limitato alla ricerca bensì, nel solco di quell’altruismo e spirito di condivisione che lo contraddistingue, ha investito nella formazione e nella trasmissione del sapere.
Ha insegnato alla Toulouse School of Economics e all’Università di Bergamo, ed è stato visiting scholar presso l’Università di Mannheim, la Federico II di Napoli e, soprattutto, il MIT di Boston; inoltre, ha collaborato attivamente, come consulente economico di Compass Lexecon, con l’attuale Presidente europeo, Jorge Padilla, e con l’ex Presidente, Mark Israel.
Dal primo luglio 2025 ha iniziato un incarico post-dottorale alla Yale University e, a partire dal prossimo anno, diventerà Assistant Professor presso la prestigiosissima Harvard Business School, scuola universitaria di Economia e management, nel dipartimento di Strategy.
Si tratta di risultati che in pochi, anche tra gli economisti più affermati, possono vantare.
Il reale valore aggiunto di questa storia, al di là di tutti i riconoscimenti e titoli, risiede però nel fatto che Michele è rimasto esattamente ciò che era: un ragazzo dalle maniere semplici e dall’umiltà disarmante, che ogni volta che può torna nel nostro paese, spinto dal desiderio di incontrare gli amici di sempre.
Michele non ama i riflettori, eppure la sua storia merita di essere messa in luce, perché ci ricorda che l’eccellenza non è solo questione di talento, ma di integrità, coerenza e valori solidi. Che la genialità non è necessariamente sregolatezza ma genuinità ed equilibrio, e che si può arrivare lontano senza perdere di vista quell’umanità che ci rende davvero grandi.

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