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23 Nov

500 rotariani a San Giovanni Rotondo per invocare la pace

A San Giovanni Rotondo, pochi giorni dopo la festa di san Pio, sono saliti, per invocare la pace, cinquecento rotariani del Distretto 2120 (Puglia e Basilicata), per iniziativa del Governatore Lino Pignataro, coadiuvato dal suo team distrettuale, dal Rotary Club di San Giovanni Rotondo (con la presidente Rossella Fini) e dal presidente onorario del Comitato organizzatore, il past governor Alfredo Curtotti.

Dal quel luogo-simbolo di pace Lino Pignataro ha voluto testimoniare, idealmente insieme a tutti i presenti, tra i quali i governatori Antonio Brando (Distretto 2101, Campania), Maria Pia Porcino (Distretto 2102, Calabria) e Pietro Belli (Distretto 2071, Toscana), l’unità sui grandi valori del Rotary – un grido di battaglia armato solo di amore e di speranza: «I rotariani non vogliono la guerra. Da quasi 120 anni, la nostra missione è lavorare per un mondo di pace, libero dalle malattie e dove ci sia cibo e acqua per tutti. Non possiamo più stare a guardare o limitarci alle belle parole, per questo, ogni nostra azione di servizio deve avere come obiettivo finale la pace. Noi tutti dobbiamo diventare ambasciatori di pace», perché, come diceva Padre Pio, e come ha riproposto il titolo del Seminario del Rotary Distrettuale: «La Pace è Armonia». Armonia con se stessi e con gli altri.   

Il Rotary, come ha dimostrato durante la sua lunga storia, sa vivere nel presente e riconosce – ha sottolineato Alberto Cecchini (board director 2022-2024 del Rotary International) – che quella in atto «non è un’era di cambiamento ma il cambiamento di un’era», per cui «non possono essere utilizzati gli strumenti del passato per dare risposte ai problemi del presente». Questo significa «che ogni progetto rotariano dev’essere un mattone utile a costruire un ponte di pace, favorendo il dialogo e la comprensione tra i popoli».

Ancora emozioni, prima con gli interventi di Fabio Manenti e Oscar Merante Boschin, medici con l’Africa Cuamm, che hanno parlato dell’esperienza maturata sul campo, iniziata nel 1950, per garantire l’accesso alle cure delle popolazioni africane, come motore di pace e sviluppo. A questa organizzazione è andato il contributo del Service di Annalisa Chieco Bianchi, consorte del governatore Pignataro, che servirà per sostenere la formazione di nuove ostetriche nel Sud Sudan dove, quasi sempre, le donne partoriscono senza alcuna assistenza sanitaria.

Subito dopo, l’atteso video-messaggio di saluto del cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini, che ha ricordato il dramma della Terra Santa: a Gaza mancano cibo e acqua, le scuole sono chiuse, mentre la gente continua a morire; in Cisgiordania la situazione è grave, ma è tutta la Palestina che sta soffrendo. «Bisogna uscire da questo tunnel buio – ha sottolineato il Patriarca – perché le popolazioni sono traumatizzate ed è molto difficile parlare di speranza, di futuro, di fiducia. Israele è piegata su se stessa ed è alla ricerca di una via d’uscita; la popolazione palestinese è impaurita e frastornata. È un circolo vizioso che genera nuova violenza. In questo momento possiamo solo ricorrere ad un linguaggio che non sia di odio. Non è facile, ma è la cosa che dobbiamo fare».

Alla testimonianza inviata dal Porporato, si sono aggiunte quelle accorate e commosse di due sacerdoti che operano in Palestina, giunti appositamente a San Giovanni Rotondo. Padre Yacoub Rafidi, segretario generale delle Istituzioni educative cristiane in Palestina, ha dichiarato: «Chi è privato della pace ne conosce la sua importanza. La guerra colpisce dolorosamente la vita delle persone e ha un impatto negativo sui nostri studenti. Tutti hanno bisogno di cure e di sostegno psicologico. I cristiani in Terra Santa sono l’anello più debole e i conflitti si riflettono negativamente su di loro. A Gaza è una tragedia per tutti, per noi cristiani di più. In questo clima e sotto le bombe lavoriamo per tenere aperte le nostre 65 scuole, considerate le migliori di tutta la Palestina. Sono centri che valorizzano la cultura, la fede, il pluralismo, l’educazione alla pace formando un ambiente appropriato per allentare le tensioni provocate dalla guerra. Cerchiamo di evitare i conflitti nelle scuole attraverso il dialogo e il confronto costruttivo. Parlare di storia, di personaggi che hanno contribuito a cambiamenti positivi per le condizioni di vita della gente e per costruire un futuro migliore diventa un insegnamento positivo perché vivere senza speranza significa smettere di vivere». Quindi ha preso la parola padre Ibrahim Shomali, direttore dell’Ufficio catechistico per le scuole del Patriarcato Latino di Gerusalemme in Galilea, per spiegare il contesto in cui vive: «Sono nato a Betlemme nel 1972, sono palestinese al cento per cento, come tutti i miei parrocchiani arabi, ma con passaporto israeliano, cosa che genera non poche difficoltà» e per lanciare un appello carico di dolore: «Vi faccio una domanda: credete nei miracoli? Ecco, abbiamo bisogno di un miracolo per avere la pace. Non c’è altro modo. Oggi abbiamo solo missili sulle case, è questo il nostro pane quotidiano». «Guerra significa traffico di soldi, di armi – ha proseguito – ma il nostro grido è: cessate il fuoco, cessate il fuoco, cessate il fuoco. Vogliamo vivere in Pace. Purtroppo, mai un incontro normale tra israeliani e palestinesi, tutti sempre armati, pronti a colpire il nemico, mentre c’è un grande bisogno di parlare, di trovare un’armonia di pace. Oggi sentiamo solo la voce delle bombe, è anche difficile andare nei luoghi santi di Gerusalemme, che dovrebbero essere un simbolo di pace».

Allora, che fare? Come si possono fermare le sofferenze della guerra? Ecco la risposta di padre Ibrahim: «Innanzitutto con la preghiera, chiediamo a Padre Pio di mandarci la pace; poi con i pellegrinaggi in questa terra martoriata: non lasciamo Gesù solo sul Calvario, aspettiamo anche voi rotariani l’anno prossimo a Gerusalemme; e ancora con progetti di sostegno alle scuole cristiane in Terra Santa. Quest’ultimo sembrava un sogno, ma ora si è realizzato». La spiegazione di questa frase è arrivata subito dopo, con l’intervento dei past governor Vincenzo Sassanelli e Vito Casarano, che hanno illustrato il Global Grant per il potenziamento dell’attività educativa nelle scuole di Ramallah, che ha assicurato un contributo di 75.000 euro, a conferma del fatto che, anche quando piovono le bombe, possono essere messe in campo azioni concrete che preparano un futuro migliore.

Le parole del past governor Luca Gallo su “Pace e aspetti della realtà sociale”, hanno spianato la strada all’intervento di Adolfo Affatato, ultimo laico fra i testimoni della Causa di beatificazione di Padre Pio e storico rotariano del Club di Foggia. Il racconto di Adolfo, riportato nel libro “Io e il Padre”, è ricco di sorprese per i credenti, ma anche per quei non credenti che non hanno timore di interrogarsi sul mistero della straordinaria esistenza del Santo dell’ultimo secolo più conosciuto nel mondo. Anche in questo caso, una buona notizia: infatti, il ricavato delle offerte dei soci per il libro gentilmente donato da Adolfo Affatato al Distretto è stato destinato alla Mensa dei poveri dei frati cappuccini.

La riflessione è continuata anche nel pomeriggio, con la Messa celebrata dall’arcivescovo di Manfredonia, Franco Moscone, che sul tema della pace ha incentrato l’omelia, e la sera, durante la Fiaccolata mariana per la pace: un lungo corteo che si è snodato in preghiera tra il santuario di Santa Maria delle Grazie e la nuova chiesa di San Pio. Le candele, che i partecipanti avevano in mano, illuminavano il percorso e trasmettevano un sentimento di profonda spiritualità che univa i presenti e esprimevano la volontà di impegnarsi per avvicinare il tempo di una convivenza pacifica tra i popoli. I rotariani, con i loro riconoscibili gilet, si muovevano come fossero la spina dorsale del corteo. Una giornata dedicata al dramma della guerra, certamente li aveva resi più attenti e sensibili al valore universale e irrinunciabile della pace. Come il Rotary insegna da quasi 120 anni. E come ripeteva Padre Pio: «La Pace è la semplicità dello spirito, la serenità della mente, la tranquillità dell’anima, il vincolo dell’amore. La Pace è l’ordine e l’armonia in tutti noi».

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