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22 Nov

Momento delicatissimo in casa Foggia. Ora serve una svolta

“I rossoneri ritornano nella zona rossa della classifica. Venerdì trasferta delicata a La Spezia”

La sconfitta interna contro il Cittadella, maturata nel pomeriggio uggioso di sabato, ha messo ancora una volta in risalto i limiti di una squadra che a questo punto della stagione aveva sicuramente ben altre aspettative. Sono già tre le squadre che espugnano senza troppi complimenti lo “Zaccheria”, e se fuori casa non si vede più il Foggia caparbio e determinato di inizio stagione, perdere tra le mura amiche diventa molto preoccupante,anche alla luce di una classifica che vede il Foggia un punto sopra la penultima piazza. Se all’inizio del campionato si parlava di adattamento alla nuova categoria, di giocatori non al top della forma e di pressione psicologica troppo alta sulla squadra, oggi non ci si può più nascondere dietro un dito e riconoscere oggettivamente che tutto il lavoro fatto in questi anni, tutta la programmazione svolta dalla società negli anni scorsi è stata vanificata da una campagna acquisti imbarazzante. Eppure i rossoneri  visti l’anno scorso erano di gran lunga superiori alle due neopromosse Venezia e Cittadella, apparse almeno due spanne sotto durante la Supercoppa di Lega Pro stravinta dai satanelli, che però quest’anno albergano nelle zone alte della classifica potendo contare su un mercato certamente non faraonico ma sicuramente oculato.

“GIOCATORI NON ALL’ALTEZZA” Una frase che può sembrare drastica, forse provocatoria, ma sintetizza in breve il pensiero del tifoso medio foggiano, fomentato da prestazioni deludenti dei nuovi arrivati con la compartecipazione della vecchia guardia che pare sulla stessa lunghezza d’onda dei nuovi compagni. Il solo a salvarsi dalla disfatta contro il Cittadella è stato capitan Agnelli, uno che la maglia rossonera la sente sua e getta ogni partita il cuore oltre l’ostacolo, nonostante un’età non più giovanissima. Dei nuovi arrivati dal calciomercato, gli unici utili alla causa finora sono stati il centrale difensivo Michele Camporese, che ha dalla sua molte presenze in Serie A, esperienza e carisma da vendere e l’inaspettata sorpesa Alessandro Celli, terzino sinistro giunto dalla Racing Roma lanciato nella mischia da Stroppa soltanto da poche partite. Buono anche l’inserimento della punta centrale Giacomo Beretta, spesso e volentieri relegato nel ruolo d’esterno dall’allenatore, apprezzabile dal punto di vista della professionalità e dell’impegno, meno dal punto di vista realizzativo, viste le innumerevoli occasioni da goal mancate, alcune clamorose. Superflui invece gli acquisiti degli esterni Calderini, Fedato e Nicastro che stanno facendo rimpiangere Di Piazza passato al Lecce e addirittura Sainz Maza in forza al Pordenone, come anche quello del centrocampista Fedele che non ha assolutamente lasciato il segno in questa stagione. In netto calo le prestazioni del disattento Guarna, sostituito egregiamente dal baby Tarolli, e soprattutto quelle dei difensori Loiacono e Martinelli, assolutamente inadeguati contro il Cittadella per essere leggeri. Gerbo sembra il lontano parente di quello ammirato l’anno scorso, mentre Vacca a centrocampo, perde palloni sanguinosi nella zona mediana del campo che spesso danno il “la” alle ripartenze degli avversari, che una volta superati i trenta metri, danno sempre la sensazione di poter essere pericolosi. Se ci aggiungiamo gli infortuni di Mazzeo e Floriano, e la poca determinazione degli altri uomini della rosa, la frittata è fatta.

“SERVE UNA SVOLTA” Anche questa frase potrebbe sembrare ovvia, ma è ciò che i tifosi auspicano da tempi molto lontani. Nemmeno il benservito al ds Di Bari è servito a scuotere la squadra che dovrà per forza di cose ricompattarsi e trovare punti vitali nello scontro diretto in trasferta contro lo Spezia, nell’anticipo di venerdì sera. Dopo la sconfitta contro il Cittadella in bilico è sembrata anche la posizione di Giovanni Stroppa che per il momento mantiene la panchina, ma lo stesso tecnico lombardo è consapevole che forse è la sua ultima spiaggia.“Snaturare” la squadra potrebbe essere forse una soluzione, la più ovvia è sicuramente quella di puntellare la retroguardia che ad oggi ha incassato la bellezza di 36 goal, la media di 2,11 a partita.

“CABALA” La parola di origine ebraica è una legge “magica e misteriosa” che vuol dire propriamente corrispondenza e tradizione. Esattamente un anno fa il Foggia della scorsa stagione perdeva in casa contro il Fondi per 3 a 2 in una serata fredda culminata con una contestazione civile davanti la tribuna con i tifosi imbufaliti dopo una serie di risultati negativi senza attenuanti. Stesso film rivisto sabato: partita persa indecorosamente, contestazione civile dentro e fuori dal campo, con un capannello di tifosi ad aspettare la squadra per cercare di capire le motivazioni di questa stagione negativa. Ritornando ad un anno fa il Foggia dopo quella sconfitta, partendo da Melfi, avrebbe dato vita ad una cavalcata inarrestabile verso la conquista della Serie B raggiunta proprio nella gara di ritorno a Fondi, dopo il pareggio per 2-2 maturato sul campo; visto e considerato le molteplici similitudini con gli avvenimenti dell’anno scorso, non resta che affidarsi in maniera scaramantica alla “cabala”, una legge ripresa più volte nel mondo del pallone, con la speranza che da La Spezia in poi, giunga anche quest’anno, una nuova rinascita per il Foggia Calcio.

 

Domenico Perna / Claudio Mischitelli

 

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