00:00:00
22 Nov

Il frate santo non rispose mai a Karol Wojtyła, ma qualche giorno più tardi sembrò che un miracolo si fosse prodotto: il Polacco se ne convinse fortemente, la sua amica era guarita.

Era il novembre del 1962. Il futuro papa Giovanni Paolo II scrisse al frate cappuccino una lettera chiedendogli preghiere per una sua amica gravemente malata. Il frate cappuccino gli rispose subito… a modo suo.

Era l’inizio del mese di ottobre del 1962: mons. Karol Wojtyła, vescovo ausiliare di Cracovia, partiva per Roma, dove si teneva la prima sessione del Concilio Vaticano II. Era però in pensiero per una delle sue amiche, Wanda Poltawska (una psichiatra polacca deportata in Germania per cinque anni, durante la seconda guerra mondiale), che non stava affatto bene. Si cominciava anzi a temere una malattia grave. 

La diagnosi giunse il 31 ottobre: Wanda aveva un cancro al colon e si sentiva incapace di dirlo al marito Andrzej – la paura di immaginarlo solo con le loro quattro figlie ancora piccole, nonché la paura di morire nel breve periodo, la paralizzavano. Decise di scrivere allora una lettera a Karol Wojtyła, l’amico spirituale di sempre, per confidargli la cattiva notizia. Il futuro papa le rispose chiedendole di «battersi per la sua salute e per la sua vita», e di «dire tutto al marito». 

Qualche giorno più tardi, Wanda Poltawska prese la decisione di farsi operare. La data era stata fissata al 22 novembre. Sabato 17 novembre si recò in ospedale per degli esami medici preparatorî: sapeva di non avere possibilità di guarigione, ma Wanda decise di combattere fino alla fine. Giovedì 22 novembre, con gli ultimi esami prima dell’operazione, i medici notarono con stupore che il tumore… semplicemente era scomparso. «Non capisco… non ho neppure pregato per chiedere il miracolo… allora chi l’ha chiesto?», annotava sbalordita quella sera stessa nel suo diario? 

Per saperlo, bisogna tornare al 17 novembre, giorno del suo esame preparatorio in ospedale. Quel giorno, mons. Wojtyła aveva scritto (in latino) una lettera a Padre Pio: 

Reverendo Padre, le chiedo di pregare per una donna di 40 anni, madre di quattro figlie, originaria di Cracovia in Polonia (durante l’ultima guerra ha passato cinque anni in un campo di concentramento in Germania), oggi gravemente affetta da un cancro e in pericolo di morte: per intercessione della Santa Vergine Dio abbia pietà di lei e della sua famiglia. 

La lettera gli venne trasmessa mediante un amico di Karol Wojtyła, mons. Deskur, che allora era referente della Pontificia Commissione per il Cinematografo e la Radio. L’indomani, domenica 18 novembre, in serata, il cappuccino l’aveva già tra le sue mani. 

Il miracolo di Padre Pio 

Il frate santo non rispose mai a Karol Wojtyła, ma qualche giorno più tardi sembrò che un miracolo si fosse prodotto: il Polacco se ne convinse fortemente, la sua amica era guarita. Allora il futuro papa scrisse al Cappuccino una seconda lettera per esprimere la propria gratitudine: 

Reverendo Padre, la donna di Cracovia è stata guarita istantaneamente il 21 novembre, proprio prima dell’intervento chirurgico. Rendo grazie a Dio. E ringrazio anche lei. 

Non desta meraviglia che Giovanni Paolo II sia diventato un ardente difensore di Padre Pio: la sua beatificazione ha avuto luogo il 2 maggio 1999, in Piazza San Pietro a Roma. Tre anni più tardi, il 16 giugno 2002, Giovanni Paolo II ebbe la gioia di canonizzarlo. Il miracolo di Wanda non fu presentato nella causa di canonizzazione del Cappuccino. Come osservò all’epoca mons. Deskur: «I miracoli impetrati da un servo di Dio durante la sua vita non facilitano la causa di canonizzazione». Quanto a Wanda Półtawska, sta ancora benone: la donna guarita mediante l’intercessione di Padre Pio ha appena festeggiato, lo scorso 2 novembre 2021, il proprio 100mo compleanno. 

Marzena Wilkanowicz-Devoud – Philip Kosloski – pubblicato il 15/11/21

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

Da altre categorie