100 anni fa la lettera testamento di Padre Pio che suggellò per sempre il legame con San Giovanni Rotondo
Compie un secolo la lettera-testamento di Padre Pio consegnata il 12 agosto del 1923 all’allora sindaco di San Giovanni Rotondo, don Ciccio Morcaldi.
In quei giorni, in paese e tra i fedeli, si erano diffuse voci fondate sul trasferimento di Padre Pio. La destinazione scelta dal Sant’Uffizio era il Convento di Cingoli, in provincia di Ancona. Non tardarono le manifestazioni di dissenso tra il popolo garganico: agitazioni, proteste e persino un picchetto all’ingresso della chiesetta per impedire a chiunque di portarlo via. Il 10 agosto, al termine della Santa Messa nell’anniversario dell’ordinazione sacerdotale del Frate, il fattaccio: un giovane muratore, Donato Centra, urlò a Padre Pio armato di pistola: “vivo o morto starai qui”. L’uomo venne subito bloccato dai fedeli e Padre Pio venne accompagnato al sicuro.
La chiesetta antica in cui culminarono le proteste dei fedeli
La sera stessa, il 10 agosto, Padre Pio scrisse una lettera in cui chiese il perdono per l’uomo e per chiunque si fosse macchiato di qualsiasi malefatta a sua causa: “Non voglio venga torto un capello per causa mia, seppur occasionale, a chicchessia. Ho sempre amato tutti, ho sempre perdonato“, scrisse.
Al 12 agosto del 1923, invece, risale la lettera con il quale il Frate dichiarò la sua predilezione per il popolo sangiovannese: “Illustrissimo Sig. Sindaco, i fatti svoltisi in questi giorni mi hanno profondamente commosso e mi preoccupano immensamente perché mi fanno temere che io possa essere involontariamente causa di luttuosi avvenimenti per questa mia cara cittadina. Io prego Iddio che voglia allontanare tale iattura, riversando su di me qualunque mortificazione. Però se, come ella mi ha comunicato, è stato deciso il mio trasferimento, io la prego di adoperarsi con ogni mezzo perché si compia la volontà dei superiori che è volontà di Dio ed alla quale io obbedirò ciecamente. Io ricorderò sempre codesto popolo generoso nelle mie povere ed assidue preghiere, implorando per esso pace e prosperità e quale segno della mia predilezione, null’altro potendo fare, esprimo il desiderio che, ove i miei superiori non si oppongano, le mie ossa siano composte in un tranquillo cantuccio di questa terra. Con osservanza mi dico tutto nel dolce Signore“.
Padre Pio con il sindaco Francesco Morcaldi
La lettera olografa
Fonte operapadrepio