‘Partimmo la mattina del 1° maggio del 1939. Ascoltammo prima la Santa messa nella parrocchia e, dopo la benedizione, iniziammo il nostro viaggio cantando e pregando>>.
Queste sono le parole di Caterina Iuliano, intervistata dalla dottoressa Marianna Morante e pubblicata sulla rivista “Voce di Padre Pio”. Caterina racconta con orgoglio e passione di un pellegrinaggio che lei stessa aveva organizzato a piedi insieme ad una trentina di compaesani da Pietrelcina fino a San Giovanni Rotondo, dove il compaesano Padre Pio in quel tempo viveva la sua Passione.
Altre testimonianze riportano ulteriori dettagli su quel pellegrinaggio, come quelle di Cosimo Cavalluzzo. Circa venticinque anni fa, fu lui ad ispirare un gruppo di persone a ripetere di nuovo quel cammino. Tra questi c’erano il noto architetto Lello Santillo, il dott. Goffredo Iuliano, il prof. Antonio Bonavita, Dante Mastronardi, l’amico Pasqualino Orlando e molti altri che contribuirono a concretizzarlo.
L’iniziativa fu appoggiata anche dalle autorità ecclesiastiche, con l’impegno di Padre Antonio Gambale in qualità di Parroco della chiesa Santa Maria degli Angeli, cosiddetta “Chiesa Madre”, e anche dall’amministrazione comunale allora guidata dal Sindaco Domenico Masone. Fu l’unica. Poi l’oblio.
Fino a quando, nel giugno del 2014, io, Teo e Vincenzo, dopo un’attenta analisi e documentazione del percorso, decidemmo di ripercorrerlo nella sua interezza. Da allora non ci siamo più fermati. A maggio 2023 ripartiremo! Cammineremo, come sempre, a piedi e con lo zaino in spalla per circa 180 km; percorreremo anche quest’anno gli stessi sentieri, attraversando boschi e paesi di due regioni, Campania e Puglia, con l’entusiasmo di sempre. Ma questa volta, motivati da una ragione in più: quella di aver avuto la perseveranza di calpestarlo per il decimo anno consecutivo.
Questa è la dimostrazione che l’amore per Padre Pio, oggi come allora, non ha limiti, e questo sentimento ha fortemente caratterizzato l’identità della comunità pietrelcinese.
Quindi custodirlo è un dovere, soprattutto da parte di chi, come noi, ne conosce il valore in termini di benessere psicofisico e spirituale. Quindi, far sì che venga conosciuto anche solo come un cammino introspettivo, orientato in contrapposizione alle nostre tempistiche frenetiche e ansiose, è d’obbligo!
Per tutti questi motivi, sentiamo il dovere di custodirlo, innanzitutto come patrimonio culturale del popolo Pietrelcinese, e poi condividerne la bellezza anche con chi non ha una fede religiosa. È un cammino, che secondo noi non ha bisogno di alcun riconoscimento o protocollo istituzionale, lo abbiamo solo identificato e battezzato con quello che per noi non può che essere il naturale nome da attribuirgli: “La via dei Pucinari”, (Pietrelcinesi ndr) quella percorsa “con piede libero” da Caterina 84 anni fa, il primo maggio 1939..’