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22 Nov

Inviata a Roma una unità di sangue cordonale custodita nella Banca Cordonale della Regione Puglia gestita dall’IRCCS Casa Sollievo

L’unità è stata destinata al trapianto in favore di un paziente pediatrico oncologico 


Un’unità di sangue cordonale è stata ceduta dalla Banca del sangue cordonale della Regione Puglia presente in Casa Sollievo della Sofferenza all’Ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma per essere destinata ad un piccolo paziente oncologico.

«Nel mese di dicembre – spiega Michele Santodirocco direttore della Banca Cordonale pugliese e medico dell’Unità di Medicina Trasfusionale nell’Ospedale di San Pio – siamo stati contattati dai colleghi dell’Oncoematologia pediatrica del Bambin Gesù per informazioni riguardo una unità di sangue cordonale raccolta nel 2020 e custodita in Casa Sollievo».

All’epoca l’unità era stata conservata per uso “dedicato“, cioè riservata ad un bambino consanguineo del nascituro già affetto da emopatia al momento della raccolta.

Il sangue cordonale è ricco di cellule staminali emopoietiche – destinate cioè alla formazione degli elementi corpuscolati presenti nel sangue – che possono essere utilizzate a scopo di trapianto, come terapia salvavita.

«Per alcuni pazienti in attesa di trapianto di midollo – chiarisce Santodirocco – è impossibile trovare un donatore compatibile nell’ambito della famiglia e dei registi internazionali. Nel cordone ombelicale sono presenti le stesse cellule staminali presenti nel midollo osseo ed è stato dimostrato che il trapianto da cordone è equivalente a quello del midollo, quindi salvavita».

«La patologia del bambino – continua il medico – consentiva l’utilizzo delle cellule staminali da cordone e quelle dell’unità bancata risultavano compatibili al 100% con quelle del piccolo paziente oncologico».

Con questa, salgono a 24 le unità cedute in tutto il Mondo dalla Banca del sangue cordonale della Regione Puglia e per 12 pazienti trapiantati si è registrata la remissione completa della malattia.

Ad incentivare ulteriormente la donazione, la Regione Puglia ha recentemente imposto a “tutti i ginecologi delle strutture pubbliche pugliesi, abilitate alla raccolta del sangue cordonale a proporre ai genitori la donazione [del sangue cordonale, ndr] e a inserire nella cartella clinica il documento di accettazione o rifiuto”.

In Puglia i centri accreditati per la raccolta del sangue cordonale sono 16 e dal 2007 (anno in cui la banca è stata istituita presso l’ospedale di San Giovanni Rotondo) al 2022 sono state raccolte oltre 19 mila sacche: nel 2009 sono state registrate in tutto il territorio regionale 2451 donazioni scese a 925 nel 2019 e calate drasticamente a 312 nel 2022.

«Donare il sangue cordonale durante il parto è molto importante – conclude il direttore della Banca regionale –, non comporta rischi né per la mamma né per il nascituro anzi crea opportunità di vita».

Donare il cordone ombelicale 

La donazione allogenica consiste nel donare il sangue placentare al momento del parto per destinarlo a chiunque ne abbia bisogno e risulti compatibile. La donazione allogenica è anonima e gratuita.

La donazione dedicata consiste nel destinare il sangue cordonale ad un consanguineo del nascituro già affetto da patologie al momento della nascita e quindi della raccolta. È inoltre consentita la conservazione di sangue da cordone ombelicale per uso dedicato anche nel caso di famiglie ad alto rischio di avere ulteriori figli affetti da malattie geneticamente determinate, per le quali risulti scientificamente fondato e clinicamente appropriato l’utilizzo di cellule staminali da cordone ombelicale.

La donazione autologa consiste nel conservare il sangue cordonale per uso personale, ma è consentita solo all’estero, a seguito di specifica autorizzazione all’esportazione rilasciata dalla Direzione Sanitaria dell’Ospedale sede del parto ed i costi inerenti la conservazione sono a carico del richiedente.

Le unità di sangue cordonale cedute dalla Banca del sangue cordonale della Regione Puglia nel Mondo

Danimarca: una unità per un paziente adulto
Francia: sei unità, tre destinate a pazienti pediatrici e tre ad adulti
Inghilterra: una unità per un paziente adulto
Israele: una unità per un paziente pediatrico
Italia: sei unità di cui quattro erano dedicate e destinate a pazienti pediatrici
Olanda: una unità per un paziente adulto
Spagna: una unità per un paziente adulto
USA: sette unità per pazienti adulti 

FONTE OPERAPADREPIO.IT

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