Penso tra il 2014 e il 2016,Fratel Biagio bussò alla porta del nostro convento nella Casa Sollievo della Sofferenza e chiese solo un po’ di pane e una coperta che al mattino dopo restituì.
Stava facendo un pellegrinaggio verso Roma. Un incontro unico per tutte noi! Grazie fratel Biagio.
Queste le parole su Facebook, di Suor Lucia Soccio APOSTOLA DEL S. CUORE DI GESÙ
Foto Suor Lucia Soccio APOSTOLA DEL S. CUORE DI GESÙ
Chi era Fratel Biagio Conte, (Palermo, 16 settembre 1963 – Palermo, 12 gennaio 2023) è stato un missionario italiano.
Già eremita, ha fondato la “Missione di Speranza e Carità” di Palermo per cercare di rispondere alle drammatiche situazioni di povertà ed emarginazione della gente della sua città natale; ad essa e all’evangelizzazione ha dedicato la sua vita.
Figlio di imprenditori edili, a tre anni venne portato in Svizzera in un collegio di suore, ritornando a Palermo a 9 anni per poi essere inserito nel collegio di San Martino delle Scale, dove rimase quattro anni.
A 16 anni abbandonò la scuola e iniziò precocemente a lavorare nell’impresa edile della sua famiglia, ma a causa di una profonda crisi spirituale decise di allontanarsi nel 1983, andando a vivere a Firenze.
Nel maggio 1990 scelse di vivere come eremita, ritirandosi nelle montagne dell’entroterra siciliano e successivamente facendo un viaggio interamente a piedi verso la città di Assisi. Il viaggio fu reso noto alle cronache per gli appelli della famiglia d’origine alla trasmissione Rai Chi l’ha visto?, dove Biagio rispose in diretta informando del suo cammino verso Assisi, che raggiunse il 7 giugno 1991. Tornò quindi a Palermo per salutare i familiari, con l’intenzione di trasferirsi in Africa come missionario, ma lo stato di miseria in cui ritrovò la sua città gli fece cambiare idea.
La missione
In un primo momento fu attivo nel portare conforto ai senzatetto della Stazione di Palermo Centrale, per i quali si batté attraverso diverse proteste ed un digiuno, grazie al quale ottenne l’utilizzo di alcuni locali in via Archirafi, all’interno dei quali fondò nel 1993 la “missione di Speranza e Carità”, che oggi accoglie oltre 200 persone, e ne ha accolte almeno 1000 negli anni passati.
Biagio Conte portò universalmente il messaggio di pace e fratellanza cristiano, dando sostegno a numerosi poveri ed emarginati italiani ed extracomunitari di qualunque etnia e provenienza. Di pari passo alla missione, l’evangelizzazione della parola di Cristo si affiancava all’aiuto materiale.
Nel 2015, alla parata del Palermo pride, manifestazione lontana dai valori cristiani universalmente noti[1], trovandosi a passare, con la meraviglia di molti, si soffermò a dialogare con alcuni partecipanti[2][3].
Nel 2018, dopo la morte di alcuni senzatetto nelle strade di Palermo, in segno di protesta contro la povertà decise di dormire in strada, sotto i portici del Palazzo delle Poste centrali, iniziando quindi uno sciopero della fame durato dieci giorni; in seguito la Regione finanziò l’ampliamento della missione di via Decollati.[4]
Nello stesso 2018, la “missione di Speranza e Carità” sbarca a Castellammare del Golfo. Fratel Biagio con l’appoggio del comune castellammarese farà sorgere in contrada Guidaloca-Ciauli la “casa del soccorso e della speranza”; un alloggio a sostegno dei bisognosi sullo stesso modello di Palermo ma più ridimensionato. Sempre nella cittadina del Golfo a sostegno della missione di Fratel Biagio, nel 2022 in contrada Inici, è stato inaugurato un eremo con attigua una piccola chiesa intitolata alla Santissima Trinità.[5][6]
Il miracolo
Il 16 gennaio 2014 fu reso noto che Biagio Conte, da anni costretto su una sedia a rotelle a causa di alcune vertebre schiacciate, già dalla precedente estate aveva ripreso a camminare dopo un’immersione nelle acque di Lourdes[7], evento miracoloso per gli stessi medici.
La morte
Il 12 gennaio 2023, a causa di una gravissima forma di tumore al colon contro cui stava lottando da tempo, è morto a Palermo all’età di 59 anni, nella stanza-infermeria della Cittadella del povero e della speranza in via Decollati, una delle zone più difficili della città. Con lui c’erano i compagni di viaggio più fedeli e quelli che lui chiamava “i miei fratelli ultimi”, di cui aveva scelto di occuparsi al punto da condividerne ogni affanno.
Fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Biagio_Conte_(missionario)