La Pittura per Salvatore Marchesani è un processo continuo di messa a fuoco dello sguardo che si poggia sulla realtà, un affinamento sottile delle qualità della visione che dall’invischiamento della terra-materia e del mystum informale, si apre liricamente alle geometrie dell’ottica dello sguardo riconoscendo nel paesaggio e nelle nude architetture carsiche quella nascita al mondo, continua e perenne che l’occhio dona agli esseri viventi, e agli umani per primi.
Uno sguardo fresco e trasparente che opera contro l’opacità e la gravità del tempo quotidiano per aprirsi al respiro più ampio dell’Anima Mundi in cui la Natura in tutte le sue manifestazioni leviga con la luce, fino all’accecamento, quell’animus individuale che è fatta, per citare Platone nel Fedro, del riflesso curvo e interiore del mondo.
Così il bianco, lo stato di luce estroverso della saturazione cromatica viene dunque condotto in un’avventura dell’immaginazione oltre il bianco, così i blu, i rossi e i gialli, tutti stati sottili dell’essenza cromatica sul limite della soglia ultima, e dunque, nel riparo umbratile dell’ ultimo sguardo carezzevole, quello del visitatore, rifuggendo ogni seduzione cartolinesca, far della Pittura una ragione prima di vita e di salvezza, com’è inscritto giocosamente nello stesso nome dell’artista.
Di Nicola Cisternino, musicista e artista, docente di Arti e Musiche Contemporanee presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia

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redazione - 14 Dicembre 2025




