Di Federico Fabrizio
Mi avete chiesto in tanti di fare chiarezza su quanto sta succedendo in UK. Quel che sappiamo è che si tratta di una variante di SARS-COV-2 identificata a settembre nel Kent, che si è ampiamente diffusa nel Regno Unito. La principale preoccupazione è data dalle differenti mutazioni che interesserebbero la proteina Spike. Elenchiamo quelle riscontrate:
La mutazione N501Y nel sito di legame (receptor binding domain, RBD) con il recettore ACE2 che potrebbe incrementare l’affinitá di legame. C’è da aggiungere che in un precedente e recente lavoro su Science (Gu H, et al.), la mutazione N501Y presenta una maggiore infettività nel topo, ma comunque è neutralizzata dalla risposta al vaccino costruito usando gli aa 331-524 del RBD.
La delezione 69-70del (quella di cui ne avevamo parlato nel precendente post su questa nuova variante) potrebbe avere quel ruolo che va ad eludere il sistema immunitario nel riconoscimento di SARS-COV-2.
La mutazione P681H immediatamente vicino al sito di clivaggio (taglio) della furina, una proteasi essenziale affinché il virus entri nelle nostre cellule. Questo si pensa possa portare all’acquisizione del più ampio tropismo cellulare e tissutale di SARS-CoV-2.
Sebbene queste mutazioni potrebbero portare verso caratteristiche cliniche più aggressive ed una capacità del virus di infettarci, gli autori ipotizzano come queste possano emergere nei pazienti infettati in maniera cronica, sotto la pressione degli anticorpi neutralizzanti.
Non sappiamo però quali siano le conseguenze reali di queste mutazioni e se la variante possa risultare effettivamente più contagiosa o più pericolosa. Sarà importante capire anche se possa diminuirne l’efficacia (speriamo di no) dei vaccini formulati. Anche se molto improbabile. Seguiranno ulteriori aggiornamenti perché gli studi sono in corso.
Fonte: Rambaut A. et al. Virological 2020.
Grazie del vostro tempo.