Di Federico Fabrizio
L’elefante nella stanza Vi invito a leggere questa mia riflessione sul negazionismo
Partiamo col titolo di un brillante saggio intitolato “The elephant in the room” del sociologo Eviatar Zerubavel per sviscerare un tema molto caldo: come si fa a negare l’evidenza dei fatti? Come fanno i negazionisti a non vedere ciò che è del tutto evidente?
Per chi si occupa di scienza, questo non si può ignorare a vita.
Partiamo dal presupposto che negare un’evidenza è una reazione arcaica e immatura: se da una parte non ci aiuta a governare la realtà, dall’altra sicuramente non la cambia.
Il rischio più grande è che possa diventare ancor più ingestibile col passare del tempo e, da quel singolo individuo che ha dimostrato quell’attitudine verso il negare, si crei una comunità.
Ed è così che hanno trovato terreno i negazionisti, complottisti e novax.
Ma non possiamo limitarci solo a questo. Anche perché come detto, qualsiasi problema spinoso e irrisolto, può trasformarsi in un “elefante nella stanza”.
A cosa mi riferisco?
A tutto. A quella che la nostra situazione economica ma non solo. Veniamo al punto sanità. Mancano i medici, ma i tanti medici specializzandi che hanno già vinto il loro concorso e che avrebbero dovuto già da mesi prendere servizio nelle loro sedi sono ancora a casa per continui rinvii della loro presa di servizio. O gli scarsi investimenti (al 27esimo posto per la spesa in ricerca), il turno over nella docenza universitaria (sono ormai tutti anziani), siamo deboli nell’innovazione e tanto altro. E non mi voglio dilungare perché non sarei la persona giusta a farlo ma ci tengo ad affermare che esigiamo rispetto.
In sostanza, se l’elefante è così grosso che proprio è impossibile ignorarlo, le persone ne sono consapevoli. Ma non bisogna farsi schiacciare dalla consapevolezza di essere governati dall’ignoranza.
In tempi recenti, il negazionismo si struttura e si consolida con la produzione di teorie “alternative” e di verità più comode, anche se infondate, e dà origine a un clima sociale agitato dall’odio e dal sospetto.
Dobbiamo contrastarlo, ma come?
Nutrendoci di scienza, dobbiamo essere tutti preparati a saper rispondere. A maggior ragione chi si occupa di divulgazione, saper proporre con serietà, discutere ed interpretare dati sperimentali. In questo modo eradichiamo le fake news e tutti i complottisti decerebrati. Tutto gioca dalla nostra parte se sapremo allearci con scienza nella ricerca della verità.
Grazie e spero che queste parole possano servire ed essere strumento di condivisione per voi tutti.