Mi chiamo Michele Pio Antonacci, ho 23 anni e sono di San Giovanni Rotondo (FG).
Da più di dieci anni, mi sono avvicinato ed appassionato totalmente al mondo della fisarmonica e della musica folk/popolare.
Da quello che ho potuto captare fin ora, la musica popolare evidenzia i modi di corteggiamento tra uomo-donna che si usavano anni addietro. A quei tempi l’uomo non aveva molto contatto con la propria ragazza, per via della mentalità, per via della mancanza di mezzi di comunicazione. Allora il mezzo più efficace per far colpo sulla propria donna, era quello di portare la serenata con i canti popolari del paese.
Con l’avanzare degli anni però, con l’evoluzione della tecnologia e nuovi generi musicali, purtroppo questi canti popolari sono venuti a mancare… quasi andati persi…. ma grazie ai Ricercatori ed Etnomusicologi, si sta svolgendo un lavoro di ricerca – studio – rielaborazione di canti popolari antichi.
Tanti sono stati coloro che hanno segnato la storia della musica popolare garganica, mi viene da pensare: Rocco Cozzola, Andrea Sacco, Rocco Valente ed infine, ma non ultimo, Antonio Piccininno – avvalendosi della facoltà della collaborazione di illustri come Eugenio Bennato, Roberto Leidy, Salvatore Villani……
Questa per me è una grande passione, talmente grande che mi ha portato a fondare un laboratorio di musica popolare garganica/pugliese – assieme all’Etnomusicologo Salvatore Villani di Rignano Garganico (FG), nonché Direttore Artistico e Socio Fondatore del gruppo – che ha come obiettivo la formazione personale sulle tradizioni antiche e quello di tramandare quanto più possibile quelle che sono le nostre origini. Il gruppo si avvale della collaborazione del Centro Studi Tradizioni Pugliesi di Rignano Garganico di cui il Maestro S. Villani ne è Presidente e Fondatore. In questo gruppo ricopro anche il ruolo di musicista: fisarmonica, castagnette e voce.
Un consiglio che mi sento di dare ai miei coetanei, giovani e giovanissimi, è quello di avvicinarsi in qualche modo a questo bellissimo mondo della musica popolare.
Purtroppo far avvicinare i giovani di oggi, a questa bella realtà, è molto difficile in quanto viene vista come una cosa per “vecchi” ma vi assicuro che non è assolutamente così… anzi, ci aiuta a capire meglio da dove nasciamo, come erano le usanze di una volta che oggigiorno sono venute a mancare: capire la differenza tra i modi di corteggiamento di una volta e quelli di oggi.
A mio modesto parere, per fare musica popolare non occorre necessariamente un titolo. Ci basti fare un passo indietro nel tempo e pensare che questi canti non sono nati da maestri usciti dal conservatorio, bensì è nato tutto sotto la pura improvvisazione e arrangiamento – volgarmente denominato “ad orecchio”. Allora se vogliamo parlare di vera musica popolare… di vera tradizione pura…. basta solo avere “orecchio musicale”, mettendoci davvero tanto amore e tanta passione e il resto vien da sé . Se lo si vuole fare a livello professionale, ben venga; ma lì staremmo troppo attaccati a leggere lo spartito eseguendo tutto alla lettera. L’esecuzione uscirebbe perfetta, ma mancherebbe quel tocco di spontaneità…. Quel tocco che fa si che possiamo tramandare a modo nostro, seguendo sempre e comunque gli standard “originali”, quello che vogliamo comunicare eseguendo il brano: che sia cantato o suonato: che secondo me, non guasta mai.
Proprio per questo motivo, sin dai primi tempi, ho fatto la scelta di non seguire nessun corso musicale, bensì di essere autodidatta. Dopo aver preso brevi lezioni di musica per fisarmonica, ho deciso subito di interromperle, per far si che da quella piccola infarinatura appresa, potessi iniziare una sfida contro me stesso… ovvero imparare col metodo “fai da te”. Non vi nego che mi sta dando sempre tante soddisfazioni, perché io non faccio musica a livello professionale, io faccio musica a livello totalmente amatoriale per i motivi sopra citati.
Non me ne vogliano i maestri….. ma così facendo, non credo che stia infrangendo le regole.
Questo è il mio modo di fare musica popolare!