Di Leonardo Pirro
Un paio di giorni fa, fra una cazzata e l’altra, nella live con i ragazzi di Exodia spiegavo in due parole un po’ quello che c’era dietro l’app di Immuni. Qualche ora fa Bending Spoons (l’azienda che il governo ha scelto per lo sviluppo dell’app) ha pubblicato la prima versione della documentazione del progetto. Ed oltre ad aver appreso che per la parte iOS verrà utilizzata una libreria del mio caro vecchio
Daniele Margutti
, ho visto che hanno pubblicato una parte della documentazione ad alto livello ed è abbastanza chiara e comprensibile per tutti, compreso chi non è del settore (la trovate qui: https://bit.ly/2WA7r5m)
È confermato che l’app NON utilizza in nessun modo il GPS e si limiterà a tracciare il “contatto” tramite la tecnologia BLE (Bluetooth Low Energy). Il modello che viene utilizzato è abbastanza semplice: Il rischio è basato sulla durata del contatto/distanza. Più il segnale trasmesso dal Bluetooth fra i device è forte, più saremo esposti ad un potenziale contagio. Quindi un contatto che avviene per pochi minuti e ad una distanza di vari metri viene identificato come a “basso rischio”. Ovviamente, come specificato nella documentazione, il modello adottato potrà evolversi con l’evolversi delle nuove ricerche e scoperte che tutto il mondo sta attuando.
Il fatto che è stato preferito il Bluetooth (BLE) e non il GPS, oltre a farci stare tutti più tranquilli per quanto riguarda la privacy, è anche vincente sotto il punto di vista dell’efficenza e dell’accuratezza. Con il GPS periodicamente attivo, gli smartphone consumano più o meno quanto me ad un sushi All-You-Can-Eat (e chi mi conosce sa che non è poco). Il BLE ha un consumo cosi basso che anche se è attivo tutto il giorno è quasi impercettibile. Oltre a questo, l’accuratezza del GPS tradizionale, sia per privacy che per limitazioni tecniche ha una precisione che è molto variabile. Al contrario, il Bluetooth riesce a ad essere più preciso nel breve raggio, dove 1 metro o 10 metri, in questa applicazione nello specifico, fanno tutta la differenza del mondo in termini di rischio/contagio.
Una cosa importante da sottolineare è che questa app nasce per il COVID-19 ma in generale è uno sforzo della nazione Italia per cominciare ad essere pronta ad altre potenziali situazioni come questa in in futuro. Ed è un perfetto esempio di come la tecnologia delle volte, se usata nel giusto modo, può essere una soluzione di supporto notevole. Con questo non dico che Immuni sia tutto oro colato, alla fine il tempo ce lo dirà e sicuramente avrà tanti margini di miglioramento.
Il vero “problema” è che una soluzione di questo tipo ha senso e funziona solo se l’adozione è alta. Se in pochi la utilizzano, perde tutto il senso e lo sforzo che il Governo sta portando avanti. Quindi sarà importante che ognuno di noi gli da almeno una possibilità, senza pregiudizi insensati. Ci lamentiamo spesso che siamo antiquati, che siamo indietro tecnologicamente, che siamo lenti, che non abbiamo più idee, che abbiamo perso il nostro appeal. E ora? Siamo probabilmente fra i primi che sposano una tecnologia del genere e in generale io quello che vedo da “fuori” è una nazione che sta facendo degli sforzi enormi in una situazione drammatica come questa, tecnologicamente e non. Tutti ci stanno guardando e per molti siamo stati un esempio, in tutto. La cosa che fa rabbia è vedere che una nazione, la nostra, si sveglia ed esce gli artigli solo dopo una situazione difficile come questa. E mi fa un sacco strano vedere alcuni, come in questo caso di Immuni ma anche tanti altri, che butta merda addosso a prescindere senza neanche un minimo informarsi o avere idea di cosa si sta facendo.
“MA QUINDI ORA IL GOVERNO MI SPIAH, E’ TUTTO UN KOMPLOTTO PER VENDERE I MIEI DATI AI POTERI FORTI”.
Non mi riferisco solo ad ad Immuni… ma per una volta, per una cazzo di volta, proviamo ad essere fieri di essere Italiani e di quello che il governo ed ogni singolo Italiano, chi più chi meno, sta facendo?
Io vi seguo da fuori. Intanto vi dico solo una cosa: sono orgoglioso di voi.
Forza Italia