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30 Apr

Sostegno psicologico ai tempi del covid-19

Sostegno psicologico ai tempi del covid-19

Ma che cos ‘è il sostegno psicologico covid-19?
Sembra tutto scontato ma vanno chiarite alcune cose.
La terapia di sostegno d’ispirazione psicoanalitica nasce prima di S. Freud ,spesso veniva chiamata relazione d ‘aiuto .
Esiste praticamente da sempre, da quando una persona si è rivolta ad un’altra ,sottoforma di richiesta di aiuto.
Inizialmente la suggestione era alla base di un intervento di sostegno e la suggestione veniva praticata con l ‘ipnosi ,
spesso affidata a ciarlatani che spettacolarizzavano l’ intervento d’ aiuto con interventi teatrali .
Insomma ci fu molta preistoria e bisogna attendere la rivoluzione francese che offre l’ assistenza pubblica ai pazienti .
Poi finalmente fu Carl Rogers ad aprire al sostegno di orientamento psicoanalitico .
Siamo negli anni trenta e da questo momento in poi si aggiunge credibilità e maggiore scientificità al sostegno psicologico.
Diciamo che Mesmer fa da spartiacque:lui appartiene alla preistoria,convinto di essere dotato di poteri magnetici e questa convinzione lo annovera di certo nella preistoria .
Tuttavia egli poneva qualche convinzione nel potete terapeutico del rapporto e ciò gli fa onore, come se si autocollocasse nella storia della nascita del sostegno psicologico .
Si passa poi a S.Freud ,anch ‘egli figlio dell ‘ipnosi
che praticava alle sue prime pazienti isteriche che allentavano con l’ ipnosi il corteo sintomatologico .
Certo poi che la ricomparsa dei sintomi gli fece cambiar rotta ,
inoltrandosi nel ben più noto processo delle libere associazioni.
Freud ebbe una grande intuizione:smise di parlare e si mise ad ascoltare per entrar nel mondo interno dei pazienti.
Molti autori e suoi allievi cominciarono cercar di comprendere come potesse funzionare il sostegno psicologico in senso psicoanalitico.
Da Jones a Ferenczi, da Rado ad Abraham, tutti concordarono la funzione terapeutica del transfert che la suggestione induceva nella coppia analitica .
Addirittura si era arrivati alla conclusione che la terapia psicoanalitica ortodossa, cioè a lungo termine,non desse migliori risultati delle psicotetapie brevi ,quelle per intenderci, a time limit setting in cui si sa ,già ad inizio trattamento, quando finirà.
La variabile economica anche in questo caso ha fatto spesso la parte del leone, diciamo cosi.
A ciò era da aggiungersi la cosiddetta rimedicalizzazione della psichiatria che aveva duramente criticato la psicoterapia psicoanalitica nel trattamento delle psicosi .
Ed invece si era rivelata uno strumento euristico non terapeutico.
Bisogna arrivare agli anni ottanta ,con Stanton(1984) ,che ci porta un dato interessante :due milioni di schizofrenici trattati con successo (in termini di riduzione della sintomatologia) ,con terapia di sostegno psicoanalitico.
Come già Merton Gill aveva anticipato negli anni cinquanta ,la psicoterapia di sostegno di orientamento analitico doveva promuovere le attività dell’Io e cioè :affettività ,linguaggio, memoria, percezione ,pensiero ,motricità ecc. senza “scoperchiare”, cioè senza togliete le difese dell’Io, che sono inconsce.
Si arrivò cosi negli anni settanta ,agli inizi ,a parlare di psicoterapia dinamica con interventi di sostegno , detta post e di psicoterapia dinamica, con interventi esplorativo-interpretativi, detta pesp.
Molti autori approvarono questi tipi d interventi clinici ,da Bibring, Rangell ,Anna Freud, fino al journal of the american psychoanalitic association.
A ciò, grande merito va dato a Franz Alexander, il padre della psicosomatica che parlò di due tecniche squisitamente psicanalitiche, ma che oggi noi terapeuti le usiamo nel cosiddetto, e un po’ abusato, sostegno psicologico e cioè l ‘esperienza emozionale correttiva e la durata delle sedute con variabile della frequenza .
Sempre negli anni ottanta , Robert Wallerstein si presentò con un libro(forty-two lives in treatment) ,in cui si parla di un’interessante ricerca in cui quarantadue pazienti si sottoposero a terapia analitica esplorativa (pesp).
Molte di queste psicoterapie divennero di sostegno in relazione a vari parametri clinici e comunque quest’ultimi trattamenti restavano assai positivi e per intensità e per durata.
Altre ricerche condotte da Rockland ,sempre in quegli anni,confermano i buoni risultati della terapia supportiva.
Altre esperienze in Italia, condotte da R. Di Donato et al. (2004),di terapie supportive su pazienti affetti da patologie psicosomatiche confermano la bontà del trattamento di sostegno.
È chiaro che il sostegno psicologico covid – 19, alla luce di ciò va affidato a psicoterapeuti con formazione pluriennale ,
dove oltre ad un buon primo colloquio,se pur telefonico ,
andrà poi associato un test proiettivo tipo reattivo di Rorschach che, se ben somministrato, sarà un ottimo indizio per avviare un adeguato sostegno.
Credo che lo Psicologo- Psicoterapeuta o quantomeno in formazione dovrà farsi ,prima carico del carico delle angosce di morte che il paziente porta con sé, poi dovrà lavorare sul miglioramento delle funzioni dell’Io, potenziando la capacità di giudizio cioè, in una parola, l’adattamento.
Ecco perché sono lodevoli le iniziative di questo genere, pubbliche o private che siano .
Ma a tirare i fili sottili del benessere psichico occorre un terapeuta “sano” che abbia risolto le sue angosce.
L’improvvisazione e la presunzione spesso fanno danni a chi noi serviamo, ai nostri pazienti.

dr. Basilio Lio Fiorentino
psicologo psicoterapeuta

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