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27 Dec

Il sangiovannese Antonio Cascavilla ha discusso la tesi sperimentale su Padre Pio e il Giubileo

“Padre Pio e il Giubileo: la comunicazione tra San Giovanni Rotondo e il Vaticano”.
È il titolo della tesi sperimentale discussa martedì 10 dicembre 2024, presso l’Università LUMSA di Roma dal candidato Antonio Cascavilla.
Lo studente originario di San Giovanni Rotondo ha conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione, marketing e digital media.
Un lavoro racchiuso in quattro capitoli e concordato con il relatore prof. Antonio Giulio Di Mario, docente di Teorie e Tecniche del Giornalismo e Uffici Stampa.

Il rapporto tra Padre Pio e il Vaticano durante il Giubileo rappresenta un tema di grande interesse storico e religioso.
Padre Pio, uno dei santi del XX secolo, ha avuto un impatto profondo sulla spiritualità cattolica, non solo per i suoi doni mistici e le sue stimmate, ma anche per essere stato un punto di riferimento per milioni di fedeli a San Giovanni Rotondo.

Con questa tesi sperimentale si è esaminata la comunicazione tra il convento di San Giovanni Rotondo – che ospita la comunità dei frati cappuccini – e il Vaticano, focalizzando l’attenzione sul prossimo Giubileo 2025. La scelta di questo argomento nasce dall’esigenza di comprendere meglio come le relazioni tra un santo popolare e le istituzioni ecclesiastiche abbiano influenzato il panorama religioso e culturale del tempo.

Si sono analizzati i sistemi di comunicazione tra Padre Pio e il Vaticano, con il supporto di fonti, interviste e testimonianze dirette.
Le notizie sul Santo sono state attinte da vari documenti, in particolare dal libro “Padre Pio a San Giovanni Rotondo: dal taccuino di un cronista”, di Antonio Cascavilla – nonno dell’omonimo neo dottore – per oltre cinquant’anni corrispondente dell’agenzia di stampa Ansa e da altri materiali d’archivio che ruotano intorno alla comunicazione della Santa Sede.

Le interviste con storici della Chiesa, ministri di culto, giornalisti vaticanisti, impegnati nelle redazioni dei principali quotidiani italiani e le notizie esclusive hanno fornito ulteriori approfondimenti.
Nel primo capitolo, oltre ai cenni biografici sul frate, si sono inseriti l’incontro con Elia Stelluto, fotografo ufficiale del frate che ha ricostruito gli episodi fondamentali della vita di Padre Pio ed un interessante paragrafo sui figli spirituali, con un’attenzione particolare a due figure in cammino verso gli onori degli altari: Fra Modestino Fucci e Fra Daniele Natale.

Il secondo capitolo contiene un reportage sull’evento “La veglia di Padre Pio”, che ogni anno, in occasione della festa liturgica del frate stimmatizzato, si svolge all’esterno del santuario, con la presenza di numerosi fedeli provenienti da tutto il mondo.
E’ stata anche riportata un esperienza diretta in seguito alla partecipazione del candidato, in qualità di conduttore, al programma “La regola della sostenibilità: da Francesco a Francesco”, in onda il lunedì su Padre Pio Tv e in collaborazione con la Comunità Laudato si’ di San Giovanni Rotondo, che ritrae e descrive il lavoro di chi in prima persona è stato presente sul campo e ha dato il buongiorno ai telespettatori.

Nel terzo capitolo, partendo dalle prime forme di comunicazione religiosa presenti nell’Antico Testamento, si arriva al giornalismo cattolico e alla figura dell’inviato che nel corso degli anni ha preso il nome di vaticanista e da qui al nucleo di questo lavoro che è il rapporto tra Padre Pio e il Giubileo e nello specifico la comunicazione tra San Giovanni Rotondo e il Vaticano in occasione dei grandi eventi religiosi. Una comunicazione in passato complessa e spesso segnata da tensioni e malintesi, come testimoniano le fonti in merito ai numerosi visitatori apostolici che negli anni si sono recati sulla montagna sacra del Gargano per controllare Padre Pio, un umile cappuccino pregato, amato e venerato, ma in passato osteggiato dalla Chiesa ufficiale e da molti ritenuto scomodo, tanto da imporgli delle limitazioni persino nell’esercizio del suo ministero sacerdotale.

Questo studio ha cercato di offrire una nuova prospettiva su come questi scambi abbiano contribuito a plasmare non solo la figura del cappuccino, ma anche il modo in cui l’Anno Santo è percepito e vissuto dai fedeli. E ha dato suggerimenti su come poter migliorare la comunicazione del convento di San Giovanni Rotondo e in particolare della televisione dei frati cappuccini, visibile in tutto il mondo e da circa un anno entrata nella rete delle emittenti sostenibili.

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