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07 Sep

Ernia del disco, all’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza superata la soglia dei 3mila trattamenti di nucleoplastica

La tecnica mini invasiva, eseguita dal 2005 in Radiologia Interventistica, grazie alla collaborazione con l’Unità di Ortopedia e Traumatologia è cresciuta molto in questi anni fino ad attestarsi intorno ai 200 interventi l’anno, di cui il 30% su pazienti provenienti da fuori regione


Nelle scorse settimane, l’Unità di Radiologia e Neuroradiologia Interventistica dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza ha superato il traguardo dei 3mila trattamenti di nucleoplastica specifici per le ernie del disco.

La nucleoplastica è un trattamento mini-invasivo eseguito in anestesia locale che consiste nell’inserimento – sotto guida radioscopica e per via percutanea – di una speciale sonda di piccolo diametro all’interno del nucleo polposo, ovvero della parte più centrale del disco intervertebrale.

«All’estremità della sonda – spiega Giovanni Ciccarese, radiologo interventista direttore dell’Unità di Radiologia e Neuroradiologia – viene applicata una corrente a radiofrequenza o a laser a diodi che permette la rapida rimozione di tessuto discale, vaporizzato per effetto dell’ipertermia indotta dalla sondaViene a crearsi così all’interno del disco patologico uno spazio vuoto sufficiente ad alleviare la pressione interna dell’ernia e, riducendo questa pressione, – continua – non ci sarà più compressione delle terminazioni nervose e si ridurrà in modo notevole la sintomatologia dolorosa».

I trattamenti di nucleoplastica vengono eseguiti sulle ernie del disco sintomatiche resistenti a terapia medica, ma non ancora espulse, ossia poco sporgenti e non indicate per l’intervento chirurgico (come le ernie espulse e le stenosi del canale spinale per artrosi grave della colonna) e che non abbiano però osteofiti nel tragitto di passaggio della sonda. «È importante sottolineare – chiarisce Ciccarese – che la nucleoplastica non si pone in concorrenza con l’intervento chirurgico classico, ma va ad affiancarsi a quest’ultimo, ampliando così le possibilità di trattamento per i pazienti affetti da questa fastidiosissima patologia».

Di norma la procedura di nucleoplastica non supera i 20 minuti di intervento ed è praticamente priva di complicanze per il paziente che al termine del trattamento può ritornare in poche settimane a svolgere una vita normale. «È fondamentale – sottolinea il medico – che il paziente resti a letto il giorno del trattamento, che dopo l’intervento viaggi per tornare a casa in auto con il sedile ribassato e che eviti sforzi fisici nell’immediato».

Il primo intervento di nucleoplastica venne eseguito all’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza nel 2005 e, grazie anche alla ventennale collaborazione clinica con l’Unità di Ortopedia e Traumatologia, il numero di trattamenti è cresciuto fino ad attestarsi intorno ai 200 interventi annuali di oggi, di cui circa il 30% su pazienti provenienti da altre regioni.

Sui giovani pazienti (circa il 65% del totale) vengono riscontrati i risultati migliori, definitivi o più duraturi nel tempo. «Normalmente l’intervento di nucleoplastica – conclude Ciccarese – è un trattamento definitivo, ma qualora dovesse presentarsi una recidiva, il paziente potrà nuovamente sottoporsi allo stesso tipo di intervento sul medesimo disco intervertebrale, dopo circa 4 mesi dal primo».

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