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16 Oct

PIETRO URBANO: LETTERA DI ADDIO ALLA CORSA

La “corsa” è una passione. La scegli per caso o per altre mille motivazioni e come affermano i runners “ti entra nelle ossa e nella mente”. Tra i tanti impegni, il runner riesce a creare e a ritagliarsi, a ritmi frenetici, i giusti spazi da dedicare alla sua nuova passione e raggiungere nel tempo sempre nuovi e ambiti obiettivi. È il bello della “corsa”. Il runner viene coinvolto in un turbinio di emozioni e di euforia, derivanti dall’ affascinante meccanismo innescato dal rilascio di endorfine che invade la sua mente e ricarica e tempra il suo fisico. Dover rinunciare per problemi di salute o malesseri fisici e privarsi di tali piacevoli sensazioni può essere vissuto in modo più o meno traumatico e, nel contempo, fonte di forte rammarico, per dover rinunciare a qualcosa di piacevole e di molto coinvolgente che ha caratterizzato, per vari decenni, la “figura” del suo essere sportivo. Ma come tutte le attività dell’uomo c’è sempre un limite e anche la corsa ha inesorabilmente il suo punto di arresto.

La mente del runner spinge ad andare oltre tale limite e programmare nuovi obiettivi, pur ridotti e meno ambiziosi degli anni di intenso agonismo, a cui il suo fisico non può giustamente allinearsi. Esce di casa con forti motivazioni per emulare il rituale e amato gesto della corsa. Si avventura all’ affannosa ricerca di un ritmo ormai perduto, andando incontro, invece, ad un immane sforzo fisico per portare a termine le proprie uscite e prende atto della ormai impossibilità di ritrovare le benefiche sensazioni che avevano, fin dagli inizi, contraddistinto la sua corsa. È il momento del sofferto e amaro ma, altresì, giusto e sereno distacco dalla sua amata “corsa”. Come tutte le forti passioni e le sofferte separazioni, rimarranno nella mente e nel cuore del “vecchio runner” le infinite emozioni vissute nel mondo della corsa, i nostalgici ricordi di centinaia di gare concluse e i tanti gioiosi e svagati momenti di puro divertimento condivisi con i tanti amici runners.

E con il trascorrere del tempo la sua mente volerà di nuovo, con la sana illusione di riportare indietro le lancette del misterioso orologio definito “tempo”. Rivivrà le immagini dei traguardi raggiunti e si consolerà con le sensazioni di riascoltare all’ unisono i battiti del suo cuore con la leggerezza dei suoi passi sulla strada del nuovo percorso chiamato “vita”. Questa è la vera bellezza e il fascino del “mondo corsa”, che ha forgiato negli anni il fisico e soprattutto la mente del runner. E tanto meno il lento e inesorabile trascorrere del tempo riuscirà a scalfire il suo pensiero.

Egli potrà, semplicemente rispondere a sé stesso e affermare con orgoglio: “Sono stato anch’io un runner”. “Addio Corsa” compagna di mille avventure e sofferte battaglie, amica fedele di intensa armonia e passione.

Pietro Urbano

  • A destra Pietro Urbano in foto

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