San Giovanni Rotondo – AUTUNNO 1976.Accadde che – Tra le rocce colme di vegetazione viveva a San Giovanni Rotondo,un anziano senza fissa dimora. La sua abitazione era una vecchia casa isolata dalla città di pochi metri, al suo interno dove pregava in un mondo tutto suo, fuori e lontano dalle persone.
Assorto nel suo pensiero profondo, senza fare alcun gesto né parlare, da solo respirava nel suo silenzio. Nonostante l’isolamento, in molti tentavano al tempo di avvicinarsi all’anziano. Lui, il barbone, viveva con poco cibo ,che gli portava la gente. Era vestito con abiti consunti, portava la barba folta e lunga, i capelli bianchi.
Oramai erano passati anni dalla sua presenza – in quella dimora, dove c’èra il Convento delle Clarisse. Di quell’uomo al tempo ne parlavano in tanti. Qualcuno addirittura sosteneva di averlo visto in altre soprattutto nel centro di Bologna come mendicante in un angolo di strada e in Toscana . Aveva deciso di rinunciare all’aria e alla luce – del sole e del profumo della vita, voleva stare da solo nella sua notte infinita. L’attenzione più grande rimaneva quella dei ragazzi – che abitavano nei pressi del Convento di Santa Maria delle Grazie, i quali lo andavano a trovare quasi tutti i giorni ,per portargli del cibo e un po’ di vestiario – Lui, barbone se ne stava con il inginocchiato – alzava leggermente la mano per ringraziarli – quando poi un giorno non lo videro più.
(Testo di Claudio Castriotta)
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