Si è tenuta a San Severo la decima edizione dello spettacolo che raccoglie fondi per sostenere le attività di ricerca dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza
«Perché la ricerca ha bisogno di tempi lunghi? Perché è un percorso complesso, che ha bisogno di tempo. La ricerca è fatta di buona volontà ma soprattutto di mezzi a disposizione, che sono ancora troppo pochi. Ed è per questo che siamo qui. Serve coraggio, serve sostenere i giovani ricercatori e le loro idee, anche per impedire che vadano via. È un percorso pieno di difficoltà e dobbiamo sempre essere pronti a sostenere sia i ricercatori sia gli operatori sanitari dell’Ospedale».
Da sinistra: Emy Bergamo, il direttore Giuliani, la cantante Karima e Danilo Brugia
Ieri, Michele Giuliani, direttore generale dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza, è intervenuto così sul palco del Teatro Verdi di San Severo in occasione del “Gran galà della ricerca”, l’evento spettacolo ideato con Cantina d’Araprì per raccogliere fondi e sostenere gli studi e le sperimentazioni attive nell’Ospedale di San Giovanni Rotondo.
«Sono stati anni difficili, e per questo voglio ringraziare tutto l’Ospedale per l’impegno e la dedizione – ha continuato il direttore –. Tra questi ci sono anche i numerosi professionisti che sarebbero dovuti essere qui stasera e invece sono stati richiamati per delle urgenze in Ospedale».
Il Teatro Verdi
Lo spettacolo, condotto dagli attori Danilo Brugia ed Emy Bergamo, ha visto alternarsi sul palco del Teatro Verdi numerosi artisti, tra questi: la cantante Karima, una delle più belle voci del panorama blues italiano, l’intrattenitore Demo Mura, il comico partenopeo Sasà Spasiano, l’imitatore Gabriele Marconi, il mago cabarettista Alberto Alivernini e il comico cantante Max Paiella.
Massimo Carella, biologo genetista e vicedirettore scientifico, ha illustrato sul palco alcuni dei più importanti risultati raggiunti dai ricercatori dell’Ospedale di San Pio nello studio del Covid-19: «Grazie allo studio osservazionale Covid19 SGR, due team di ricercatori hanno realizzato due importanti scoperte per aiutare i clinici a individuare precocemente i pazienti da sottoporre a trattamenti più intensivi. Nella prima ricerca, pubblicata nel 2020, si è compreso il ruolo di una proteina, ADAMTS13, coinvolta nella formazione di trombi nei piccoli vasi e nella riduzione del numero di piastrine, e che consente anche di individuare nei primissimi giorni i pazienti maggiormente esposti da sottoporre a trattamenti più intensivi. Un altro studio, pubblicato nell’autunno del 2021, ha evidenziato come i pazienti COVID-19 con ridotta velocità di filtrazione glomerulare (GFR) hanno un incremento del 64% del rischio relativo di morte o di ingresso in terapia intensiva».
L’intervento di Massimo Carella, vice direttore scientifico
Al termine del suo intervento, Carella ha aggiornato il pubblico sull’evoluzione della sperimentazione coordinata dal direttore scientifico Angelo Vescovi, sull’uso delle cellule staminali cerebrali umane: «nella sperimentazione contro la sclerosi multipla è da poco terminata la fase 1, cioè l’analisi di non tossicità del farmaco e del metodo di iniezione: nessuno dei 15 pazienti trattati ha avuto un evento avverso dovuto al trattamento. È attualmente in fase di stesura il protocollo di fase 2, con il quale si potrà iniziare a capire, oltre alla sicurezza del trattamento, anche l’eventuale efficacia. Nella sperimentazione contro la SLA sono state avviate le attività preparatorie per la seconda fase della sperimentazione».
Per portare la loro testimonianza, sono saliti su palco anche i ricercatori Roberto Cuttano e Tommaso Colangelo, rispettivamente biotecnologo e biologo dell’Unità Cancer Biomarkers, vincitori in questi ultimi anni di diversi bandi a sostengo della ricerca (AIRC, Ministero e Fondazione Pezcoller) contro il tumore al polmone.
I ricercatori Roberto Cuttano e Tommaso Colangelo
Il primo, Roberto Cuttano, attraverso una migliore comprensione del ruolo svolto dai microRNA, sta lavorando per individuare farmaci più efficaci per i pazienti che non rispondono alla terapia tradizionale. Tommaso Colangelo si è posto l’obiettivo, supportato dai finanziamenti vinti, di identificare nuovi biomarcatori più specifici del tumore al polmone, così da migliorarne la diagnosi precoce. L’obiettivo finale è mettere a punto un esame del sangue minimamente invasivo che possa permettere la diagnosi più capillare e puntuale di tumori polmonari in stadio iniziale e quindi più curabili.
Fonte OperaPadrePio