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23 Apr

Lorenzo Tomacelli: una matita, i colori della nostra terra, il profumo del vino, l’oro del grano, le tradizioni racchiuse in opere d’arte

15 Novembre 2021
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Chi è Lorenzo Tomacelli ?

Lorenzo Tomacelli (Canosa di Puglia, 1992) si è laureato in Storia dell’Arte presso l’Università degli Studi di Bari. La sua tecnica unisce il disegno tradizionale alle nuove tecnologie digitali, ispirandosi a leggende e storie della tradizione, per reinterpretare la vita in chiave di realismo magico. Vive e opera a Cerignola. La mia passione per il disegno e la storia dell’arte è stata precoce: mi perdevo nei musei e riproducevo dipinti famosi sin da adolescente. Non ci sono state delle vere e proprie motivazioni per il mio avvicinamento all’arte e al disegno, è una passione che pian piano ha occupato le mie giornate, ancora oggi so che è l’unico modo che ho per dire alcune cose. Sono sempre stato affascinato dall’arte medievale e nel 2019 ho conseguito la mia laurea specialistica in storia dell’arte medievale in Italia meridionale presso l’università di Bari “Aldo Moro”.

Quando ha iniziato ad occuparsi di arte e quali sono state le motivazioni?

Dal 2014 ho frequentato assiduamente “Exopera, luogo dato al pubblico estro”, il laboratorio urbano della mia città natale, Cerignola. Da quel momento, sostenuto dai gestori e forte della curiosità che suscitavo nelle persone, ho capito che potevo pensare all’arte come mestiere e non chiudere il mio talento in un cassetto.

In quali direzione artistiche ha ritenuto di orientare i suoi interessi?

Il mio modo di disegnare non ha preso una “direzione artistica” ben precisa. I miei disegni hanno incontrato subito il favore di produttori di vino, olio e in generale il mondo della ristorazione e dell’enogastronomia. Attualmente collaboro con diverse aziende del mondo del food come “Birra del Gargano”, “Cantine Merinum” e “Agricole Pietraventosa”.

E come è arrivato all’utilizzo di colori molto particolari, ma soprattutto da cosa vengono ispirate le sue opere?

Unisco le tecniche tradizionali di pastello e olio con le nuove tecnologie digitali, al momento sento che questo modo di lavorare sia il migliore. Da sempre mi affascinano le storie della nostra terra, del Meridione. Alcune leggende o vicende storiche sono più attuali che mai, sembrano immerse in un tempo lontano ma in realtà offrono spunti profondi per il presente. –

C’è un’opera da lei realizzata di cui va particolarmente fiero e che vuole evidenziare?

Sono molto fiero dei disegni realizzati durante il primo lockdown. Il periodo di isolamento mi ha permesso di sperimentare e riflettere meglio su ciò che avevo intenzione di raffigurare e sul loro significato. In generale direi che è emerso ancora di più il mio amore per il rapporto uomo-natura, in un momento in cui i il contatto con essa ci era negato.

Cosa ne pensa dell’arte in generale?

Qualcuno disse che l’arte è qualcosa di superfluo e strettamente necessario allo stesso tempo, sono molto affezionato a questa definizione. L’arte resta un concetto astratto, penso che ci sia bisogno di tempo per poter apprezzare l’arte che facciamo oggi, nel 2021. Dopotutto gli artisti attualmente più noti al grande pubblico sono morti un pezzo!

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