Di Federico Fabrizio
ECCO ALCUNI GRAFICI RELATIVI AI TEST MOLECOLARE ED ANTIGENICO UTILIZZATI PER LA DETECTION DI SARS-COV-2
Il grafico 1 (slide 1) mostra come la carica virale, all’arrivo degli anticorpi, tende a calare rapidamente e che già dopo 15 giorni (dal momento del contagio) è su valori bassi, cioè oltre i 30 Ct.
Ma cosa è il Ct?
Ct (cycle threshold) è definita come il numero di cicli di amplificazione necessari affinché il segnale del RNA virale venga percepito dal sistema di analisi.
I livelli di Ct sono inversamente proporzionali alla quantità di acido nucleico virale nel campione biologico (ovvero più basso è il livello di Ct, maggiore è la quantità di acido nucleico target nel campione).
Ad esempio:
Ct <29 sono reazioni positive indicative di abbondante acido nucleico nel campione.
Ct di 30-35 sono reazioni positive indicative di quantità moderate di acido nucleico.
Ct di 35-40 sono reazioni deboli indicative di quantità minime di acido nucleico bersaglio.
Pur se non c’è unanime accordo su quale sia la soglia sopra e sotto la quale si è contagiosi o non contagiosi, è indubbio che ad una minor carica virale corrisponde una minor contagiosità.
Nel grafico 2 (slide 2) si vede come la capacità infettante (e, quindi, probabilmente, contagiante, espressa come capacità di fare infezione in colture cellulari) del virus dipende in modo diretto con la carica virale (“viral load”) espressa come Ct.
E qui arriviamo ai test rapidi antigenici (da non considerarsi biologia molecolare, slide 3) in grado di rilevare l’antigene di superficie (come parte della proteina S-Spike) i quali hanno una sensibilità (cioè la capacità di rilevare il virus quando presente) che è fortemente dipendente dalla carica virale stessa.
Fermo restando che la “performance” di ogni test antigenico varia, possiamo dire che la sensibilità è fino al 90-95% per cariche elevate (Ct inferiore a 25) attorno al 80-85% per cariche intermedie (Ct tra 30-35) e del 70% per cariche più basse ancora (Ct sopra i 35).
In parole povere, i test rapidi antigenici sono in grado di rilevare molto bene i soggetti positivi con alte cariche virali e, quindi, più contagiosi, soprattutto nelle fasi iniziali dell’infezione, mentre sono poco efficaci per trovare i soggetti con cariche virali basse, quindi poco contagianti e con infezione pregressa.
Purtroppo, a tutt’oggi, non sappiamo esattamente quale sia la soglia di infettività e contagiosità.
Da vari studi, fino al 3-5% di soggetti con cariche virali molto basse (Ct > 35) manifestano virus in grado di riprodursi in colture cellulari e, quindi, da ritenersi contagiosi.
Dove sono utili i test rapidi antigenici?
Sicuramente in quelle condizioni dove il criterio della velocità e dei grossi numeri è preponderante, come le scuole, i controlli alla frontiera, i controlli sui luoghi di lavoro.
Probabilmente, nelle situazioni dove un falso negativo sarebbe più deleterio, come gli ambienti sanitari e le residenze per anziani, è ancora meglio utilizzare i test di biologia molecolare.
Pertanto, alla stregua delle precedenti considerazioni, si può, in conclusione, affermare che:
– il test molecolare rimane tuttora il test di riferimento per la diagnosi di SARS-CoV-2;
– i test antigenici rapidi su tampone naso-faringeo possono essere utili in determinati contesti, come lo screening rapido di numerose persone.
Fonti:
1) Fast coronavirus tests: what they can and can’t do. News feature 2020.
2) Duration of infectiousness and correlation with RT-PCR cycle threshold values in cases of COVID-19, England, January to May 2020
Singanayagam A et al Eurosurveillance 2020.
3) Istituto Superiore di Sanità (ISS).