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04 Oct

Benito Mussolini si recò due volte a visitare la miniera di San Giovanni Rotondo

 

La Bauxite è una roccia sedimentaria che costituisce la principale fonte per la produzione di alluminio. La Puglia ne è ricca, specialmente nell’area garganica. La bauxite sul Gargano fu scoperta per la prima volta dal Prof. Squinabol (un illustre geologo di Rovereto) nel 1894. La sfruttamento della risorsa però ebbe luogo molto più avanti e negli anni dell’autarchia fascista. Nel 1937, nel territorio di San Giovanni Rotondo furono individuati tre siti importanti : In quello di località Quadrone si lavorava in pozzi e gallerie ; a Posta Rossa e Donna Stella, invece, la cava era a cielo aperto. La miniera pugliese si rivelò un eccellente investimento, anche sul piano occupazionale. Circa duecento fra braccianti, artigiani e pastori individuati in loco vennero ingaggiati e ‘formati’ da minatori fatti venire apposta da Marche e Toscana. La produzione toccò l’apice nel 1941 con 280mila tonnellate di bauxite (quel materiale, imbarcato a Manfredonia e spedito allo stabilimento di Porto Marghera per la lavorazione, fruttò 70mila tonnellate di alluminio). Entusiasta di questi risultati, Mussolini si recò due volte a visitare la miniera di San Giovanni Rotondo. La prima volta fu nel 1939 e avvenne nel consueto clima enfatico e propagandistico. La seconda visita, invece, si consumò quasi clandestinamente. Nel 1941 (Tedesco sul blog Garganistan) Mussolini si era messo in viaggio alla volta di Bari per passare i rassegna i reduci, sconfitti, della campagna di Grecia. Nel corso del viaggio, non si sa se d’andata o di ritorno, passò ancora da San Giovanni Rotondo. L’accompagnava in auto l’Ing. Sculco : Abbandonata la ben asfaltata provinciale, il corteo del dittatore si immise sulla carrareccia che conduceva alla miniera. Forse per la velocità eccessiva, forse per il fondo reso accidentato dal passaggio di innumerevoli autocarri, l’auto del Duce ‘centrò’ una buca piuttosto profonda. “Mussolini si prese una capocciata tremenda, il fez gli andò di traverso”. Inutile dire che la notizia non ebbe alcuna eco anche perché tutto quel viaggio avvenne in incognito. Per disposizione di Pavolini, all’epoca Ministro della Cultura Popolare, con lo stesso ordine con cui era stato impartito a tutti i giornali di tacere della morte in Germania di alcuni operai italiani vittime di un bombardamento e dell’uso di gas tossici da parte dei tedeschi in URSS, fu vietato pure di dare qualsiasi “notizia del Duce in Puglia sino all’eventuale diramazione di un Stefani” (la Stefani era l’agenzia di stampa italiana dalle cui ceneri nel dopoguerra sarebbe nata l’Ansa). La notizia del Duce in Puglia venne resa nota solo il 12 luglio. Lo scarno bollettino parlava del Duce “fatto segno di vibranti attestazioni di stima e fedeltà”. Nessun accenno a bernoccoli.

 

Italo Interesse

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