Dallo studio effettuato su 77 pazienti ricoverati tra marzo e aprile in Casa Sollievo della Sofferenza, l’equipe di ricercatori coordinata da Elvira Grandone, responsabile dell’Unità di Emostasi e Trombosi del nostro Ospedale, ha dimostrato che la riduzione dei livelli di una particolare proteina, la ADAMTS13, misurata nei primi giorni di ricovero di un paziente affetto da COVID-19, si associa ad un rischio di mortalità significativamente maggiore durante l’ospedalizzazione.
🦠 La riduzione dei livelli circolanti di ADAMTS13 nell’organismo, infatti, causa una formazione di trombi e una riduzione, in misura variabile, del numero delle piastrine. È stato ipotizzato da diversi studiosi che una microangiopatia polmonare giochi un ruolo centrale nel determinare una alterata funzionalità respiratoria.
👩🏻🔬 «Questi dati – spiega Elvira Grandone – consentono di documentare l’esistenza di microangiopatia trombotica, sinora solo ipotizzata, e al tempo stesso offrono un utile strumento in grado di predire la mortalità nei pazienti ospedalizzati per infezione da COVID-19. La misurazione di tale proteina nelle primissime fasi della malattia consentirà di identificare un gruppo di pazienti maggiormente esposto alle manifestazioni più gravi della malattia, che potrebbero, dunque beneficiare di un trattamento più intensivo».
🧪Questo studio, pubblicato sulla rivista Thrombosis and Hemostasis, si inserisce all’interno di un più vasto studio osservazionale denominato COVID-19-SGR, che riunisce 52 tra medici e ricercatori dell’Ospedale di San Pio.
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