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25 Apr

Aldo Moro e Padre Pio: un rapporto fatto di tanti “misteri”

9 Maggio 2020
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Ricorre oggi il quarantaduesimo anniversario della morte drammatica di Aldo Moro per la mano violenta delle Brigate Rosse.

A nulla valsero le lacrime e le suppliche del grande amico dello statista il Papa Paolo VI. Era il 9 maggio 1978 e padre Pio era morto già da dieci anni.

E’ noto che l’uomo politico pugliese fosse un devoto di Padre Pio e lo frequentava e, fra l’altro, il caso vuole che fosse nato il 23 settembre, che poi sarà il giorno in cui morirà Padre Pio.

Lo statista cattolico andò a fargli visita a San Giovanni Rotondo il 15 maggio 1968 mentre era Presidente del Consiglio, dieci anni prima della tragedia. Lo statista stava completando il giro elettorale in Puglia e il giornalista Peppino Giacovazzo, che faceva parte del suo staff, gli organizzò anche la visita a San Giovanni Rotondo.

C’è, tuttavia, un episodio importante nel rapporto tra Aldo Moro e Padre Pio, risalente all’inizio del periodo più buio della storia della Repubblica. Stiamo parlando dell’eccidio di via Fani, episodio conosciuto “in anticipo” da Padre Pio.

Padre Pio intravide in due episodi il fatto di sangue nel destino del politico cattolico. Uno sembra risalire agli anni Cinquanta: si racconta che il Santo cappuccino si sia fermato di colpo per il corridoio del convento di San Giovanni Rotondo dicendo due volte ad alta voce: “Moro si muore! Moro si muore!”. Poi stette come sconvolto tutto il giorno, cadendo in una profonda mestizia per lui insolita.

Un altro episodio risale al tempo del primo governo Moro (dicembre 1963 – luglio 1964). Accadde davanti a due persone. Padre Pio aveva di fronte a sé un giornale. C’era lì pubblicata una foto di Moro e a un certo punto, guardandola, lo Stimmatizzato si sarebbe portato le mani agli occhi dicendo: “Mamma mia, quanto sangue! Quanto sangue!”.

Negli atti del processo di beatificazione c’è una testimonianza di Mario Frisotti dove si dice che Padre Pio preavvertì “un eminente uomo politico della DC” di fatti negativi che sarebbero accaduti. Un altro evento che lega Moro e Padre Pio risale, seppur indirettamente, all’aprile 1965. Il sabato santo del 1965 Padre Pio ha un collasso ed inizia, da quel momento, la lunga agonia del Padre che durerà tre anni e mezzo, fino al trapasso. Preoccupati delle condizioni del frate i medici di Casa Sollievo della Sofferenza chiamano a consulto il prof. Cassano di Roma. Il celebre clinico sta rientrando dagli Stati Uniti d’America, ove ha seguito, come medico di fiducia, il presidente del Consiglio Italiano, Aldo Moro.

Il Ministero dell’aeronautica Militare gli mette subito a disposizione un aereo per condurlo all’aeroporto Amendola di Foggia, da dove, in auto, raggiungerà San Giovanni Rotondo. E’ la sera del 29 aprile: sono ad attenderlo altri medici. Con essi il prof. Cassano si dirige subito in convento. Ma tra lo sbigottimento di tutti gli si fa incontro un frate che gli dice: “Non si può visitare padre Pio, perché il guardiano non vuole”. Il professore rimane in silenzio addolorato ma non offeso. Poi chiede il permesso di poter soltanto salutare il Padre. Entrato nella cella n. 1 si inginocchia davanti al Padre e rimane in ginocchio mentre parla con lui. Durante il colloquio Padre Pio ripete per tre volte al professore che tanto lo venera: “Non posso farmi visitare da lei perché il guardiano non vuole”.

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