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25 Apr

L’utilizzo del “plasma convalescente”: una soluzione terapeutica nell’infezione da SARS-CoV-2

Di Federico Fabrizio

L’ultima novità nell’ambito terapeutico che viene proposta per contrastare l’infezione da SARS-CoV-2 è l’utilizzo di “plasma convalescente” o “iperimmune” prelevato da soggetti guariti da COVID-19.
Qual è il principio alla base di questa terapia?
Il soggetto guarito che ha prodotto degli anticorpi contro il SARS-CoV-2 sarà in grado di sopprimere la sua virulenza. Se prendiamo il plasma di un soggetto che è andato incontro a guarigione (e che quindi ha gli anticorpi) e lo somministriamo a chi è stato infettato, tali anticorpi detti “neutralizzanti” si legheranno all’agente patogeno (SARS-CoV-2).
Ovviamente non è nulla di nuovo in quanto la prima applicazione non solo c’è già stata nella cura della difterite (agli inizi del ‘900), ma anche ai tempi dell’influenza spagnola, per poi passare ai giorni nostri con il virus Ebola.
Il protocollo sperimentale per COVID-19 ha portato ai primi esiti positivi e riprende esperienze simili di quelle condotte all’estero negli ultimi mesi, soprattutto negli Stati Uniti e prima ancora in Cina.
A tal proposito, a fine marzo un gruppo di ricercatori cinesi ha utilizzato questa terapia su 5 soggetti con un discreto successo. Ovviamente per capire quanto è efficace una terapia bisogna avere un gruppo (braccio) di controllo, cioè selezionare un gran numero di soggetti curati e non curati e metterli a confronto.
L’illustrazione del principio, procedimento, pro e contro dell’utilizzo del “plasma convalescente” come soluzione terapeutica nell’infezione da SARS-CoV-2 è descritta nella slide (Credit Image: https://www.aferetica.com/covid-19/).
Inoltre, il requisito essenziale è che la donazione sia rivolta agli individui la cui guarigione da COVID-19 risulti certificata da due tamponi negativi effettuati in due giorni consecutivi.
Al momento si tratta di una prospettiva interessante ma anche di emergenza. Non può essere utilizzata ad ampio spettro perché la sorgente primaria sono i soggetti guariti e bisogna essere certi che non solo siano guariti e che abbiano prodotto gli anticorpi contro SARS-CoV-2 ma allo stesso tempo è fondamentale che non vi siano altre patologie correlate.
Tuttavia sono in fase di valutazione diversi protocolli con un unico obiettivo: identificare il momento più indicato per provvedere ad una trasfusione. Sappiamo che gli individui da poco convalescenti sembrano essere più indicati perché possiedono una carica di anticorpi più consistente (che poi tenderà a ridursi), sebbene non sia ancora del tutto chiaro per quanto tempo si resti immuni all’infezione da SARS-CoV-2.
Negli Stati Uniti il trattamento è stato approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) nel marzo 2020 e, ad oggi, sono state effettuate 4.400 infusioni con plasma donato da 8.475 convalescenti con un numero provvisorio ed in forte incremento (il trattamento è attualmente in uso anche in alcuni ospedali italiani quali Pavia e Mantova in Lombardia, Novara in Piemonte e Padova nel Veneto).
Nel momento in cui noi riusciremo a stabilire con certezza che utilizzare i sieri dei guariti sia una validissima opzione, allora avremo aperta una porta per una terapia modernissima cioè quella che prevede l’utilizzo di un siero artificiale. Utilizzando i geni che codificano per un anticorpo protettivo neutralizzante il coronavirus, l’idea sarebbe quella di manipolare e produrre un siero artificiale in laboratorio che non solo abbia le stesse proprietà o migliori rispetto a quello dei guariti ma soprattutto che possa essere ottenuto in sicurezza e in quantità illimitata.
Considerate anche le esperienze all’estero e quelle avviate in Italia, il plasma dei convalescenti potrebbe rivelarsi utile in questa fase della pandemia. L’identificazione e lo sviluppo di farmaci adatti a rallentare la replicazione del coronavirus e la sperimentazione di un vaccino sono considerate le soluzioni migliori per tenere sotto controllo la pandemia, ma richiederanno ancora tempo prima di essere disponibili.
Fidiamoci della scienza e condividiamo le “pillole di ricerca scientifica”.

Per chi volesse approfondire:
https://jamanetwork.com/journals/jama/fullarticle/2763983
https://www.jci.org/articles/view/138745
https://www.pnas.org/content/117/17/9490
https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1002/jmv.25882

Grazie del vostro tempo.
#pillolediricercascientifica

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