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23 Nov

Di Michele Cofano

Il Coronavirus sta mettendo in ginocchio l’Italia intera.

Nessuno avrebbe immaginato un’ascesa tanto repentina da costringere il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte a firmare un decreto per obbligare l’intero Stivale ad adottare misure di prevenzione per limitane il più possibile la diffusione.

Chiusi, o aperti con limitazioni, tutti i luoghi pubblici in cui si rischia l’assembramento. Spostamenti consentiti esclusivamente per determinate e valide motivazioni, tramite autocertificazione.

Sembrano misure eccessive quelle adottate, ma necessarie.

Necessarie perché, evidentemente a causa della mala informazione alla quale molti di noi sono esposti, ma soprattutto ad una elevata dose di egoismo e stupidità, una grande percentuale degli italiani ha continuato a svolgere vita regolare, come se nulla fosse, nonostante gli inviti insistenti e ridondanti, da parte di media e governo, di restare a casa.

Molti, in seguito alla chiusura della Lombardia e di alcune province, incluse nelle zone rosse per numero elevato di contagi, hanno calpestato qualsiasi norma di sicurezza, intraprendendo uno sconsiderato esodo per fuggire dalla quarantena, facendo esattamente il gioco del virus.

Altri ancora hanno deciso che fosse idea buona e giusta accalcarsi ai supermercati aperti h24 per fare provviste di cibo, come se avessero comunicato un’imminente chiusura, tale da scatenare una reazione di isteria e “corsa agli armamenti”.

Sindacare è sempre facile per tutti ma, da studente fuorisede quale sono, so bene cosa significa sentirsi soli e lontani da casa.

So benissimo cosa vuol dire sentire la mancanza della propria famiglia e desiderare, soprattutto in un momento simile, di rientrare al proprio porto sicuro, di poter almeno essere vicino ai propri cari.

Spesso questi pensieri prevalgono su tutto. La maggior parte dei “fuggiaschi” sa bene che con quel comportamento avrebbe sicuramente messo a repentaglio la salute dei propri familiari, ma l’angoscia di restare soli in questa situazione surreale ha prevalso sulla ragione e ha causato l’attuazione di un gesto incomprensibile.

Con questo non significa che sia giustificato un comportamento simile, è chiaro che debba essere condannato.

Però è sempre doveroso ricordare che è allo stesso tempo errato giudicare e puntare il dito a priori, senza aver vissuto in prima persona una determinata esperienza.

Ciò che è importante e imperativo da sottolineare è che, errore commesso o meno, si può sempre rimediare.

In questo caso è possibile farlo restando a casa.

Mi rivolgo ad adulti, anziani ma soprattutto ai ragazzi, come me, che hanno una vita sociale capillare e un ardente desiderio di uscire.

Siate più forti dell’egoismo, siate più forti del vostro amico che vi schernisce semplicemente perché state cercando di tutelare la vostra salute e quella dei vostri cari, che è il bene più prezioso che possediamo.

Il Coronavirus sta vincendo una battaglia ma noi dobbiamo fare di tutto per contrattaccare e vincere questa guerra, con intelligenza e pragmatismo, perché siamo italiani, perché abbiamo sofferto tanto in passato. Siamo un popolo testardo e difficile da gestire, ma nei momenti più bui siamo sempre stati in grado di ripartire.

E allora rimbocchiamoci le maniche e facciamo questo piccolo, misero sacrificio. Restiamo a casa, non ci costa nulla.

Uniti vinceremo.

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