Un’opera di una bellezza straordinaria ma anche ‘una lezione di teologia magistrale’: così papa Benedetto XVI il 21 giugno 2009, durante la sua visita a San Giovanni Rotondo, definì i mosaici che introducono alla nuova cripta, nella chiesa inferiore di San Pio da Pietrelcina, dove riposa il corpo del ‘frate con le stimmate’.
I mosaici sono in tutto 54, ricoprono una superficie complessiva – tra rampa e chiesa inferiore – di circa 2.000 metri quadrati e sono l’opera più grande realizzata da padre Marko Rupnik e dall’Atelier composto da artisti di otto Paesi diversi appartenenti alle chiese cattolico romana, greco cattolica e ortodossa.
Quel 21 giugno papa Benedetto XVI benedisse la nuova cripta e inaugurò quei mosaici che mostrano in parallelo le vite di San Pio e di San Francesco d’Assisi.
E’ stato necessario più di un anno di lavoro per realizzare i mosaici, composti con l’oro donato dai fedeli di San Pio e con milioni di tessere provenienti da diverse parti del mondo (Italia, Francia, Grecia, Macedonia, Turchia, Egitto, Brasile, Messico, Sudafrica, Iran, Afghanistan, Pakistan, Cina e India).